Il decreto salva-precari è legge

Ieri, mercoledì 18 novembre 2009, il Senato ha approvato in via definitiva e senza modifiche la conversione del decreto-legge n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010, già approvato dalla Camera.

Ieri, mercoledì 18 novembre 2009, il Senato ha approvato in via definitiva e senza modifiche la conversione del decreto-legge n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010, già approvato dalla Camera (A.S. 1835).

Tutti bocciati i quasi cento emendamenti presentati dall’opposizione.

Come illustrato dal relatore sen. Bevilacqua, il decreto dispone, nel più generale contesto della riforma organica della scuola, del razionale utilizzo delle risorse e del miglioramento della qualità del servizio, la trasformazione dei contratti a tempo determinato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato solo nel caso di immissione in ruolo sulla base delle graduatorie previste anche ai sensi della legge finanziaria 2009.

Affronta, quindi, il problema di circa 15.000 precari con contratto a tempo determinato, titolari di incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche nell'anno scolastico 2008-2009.

Il provvedimento dispone tra l'altro che, al fine di assicurare la qualità e la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno scolastico 2009-2010, l'amministrazione scolastica assegni le supplenze per assenza temporanea dei titolari con precedenza assoluta, ed, a prescindere dall'inserimento nelle graduatorie di istituto, al personale inserito nelle graduatorie ad esaurimento ed al personale ATA inserito nelle graduatorie permanenti.

 

Nel comunicato pubblicato sul sito del Senato leggiamo:

 

Come illustrato nel corso della seduta antimeridiana, il decreto mira al razionale utilizzo delle risorse e al miglioramento della qualità del servizio, facendo soprattutto riferimento ai delicati problemi delle supplenze e dei circa 15.000 precari con contratto a tempo determinato.

 

In sede di dichiarazioni di voto finali, il sen. Peterlini (UDC-SVP-Aut) ha evidenziato il carattere emergenziale del decreto che tenta di fornire risposte parziali a problemi atavici cui si aggiungono le conseguenze dei pesanti tagli di bilancio subiti dal comparto della scuola, un'istituzione che oggi non è più in grado di corrispondere alle esigenze poste dalla modernità e dal mercato del lavoro. Alcune esperienze locali, però, attestano la possibilità di migliorare, soprattutto se si andrà nella direzione di un sistema regionalizzato di selezione degli insegnanti, lasciando ampia possibilità di scelta all'autonomia delle singole scuole.

 

Ad avviso del sen. Giambrone (IdV), il decreto costituisce un tentativo fallito di porre rimedio al disastro creato dalla superficiale e cinica riforma Gelmini e, lungi dal raggiungere il vantato obiettivo di salvare gli insegnati precari, negando loro la stabilizzazione si traduce di fatto nel più vasto licenziamento di massa dell'Italia repubblicana, con conseguenze disastrose per il Mezzogiorno e compromettendo la dignità e il diritto al futuro di migliaia di insegnanti.

 

Nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo, il sen. Pittoni (LNP) ha rilevato come il blocco dei trasferimenti consentirà nell'immediato di evitare il caos, ma il Governo dovrà intervenire sia sulla disciplina relativa ai trasferimenti, sia per fermare il fenomeno dei docenti che figurano aver lavorato senza avere mai messo piede a scuola e quello dei docenti che lavorano quasi gratis e senza contributi pur di conseguire punteggio.

 

Il sen. Rusconi (PD) ha evidenziato la parzialità dell'intervento recato nel decreto-legge che di fatto lascia senza alcun aiuto decine di migliaia di insegnanti che peraltro, senza le politiche di tagli di bilancio e di revisione della legislazione vigente, avrebbero potuto oggi essere assunti in base al piano triennale varato dal precedente Governo Prodi. Oggi invece, oltre a non prevedere alcun concorso, oltre a stanziamenti del tutto inadeguati, si affidano le speranze che le famiglie ripongono sulla scuola, su quella paritaria, sulla ricerca e sull'università al buon esito dello scudo fiscale.

 

Infine, il sen. Asciutti (PdL) ha evidenziato la necessità di interventi di riordino generale della scuola che siano in linea con gli interessi e le esigenze soprattutto degli studenti ed ha espresso un giudizio convintamente positivo sul decreto-legge che si muove nel solco delle misure anticrisi messe in campo dal Governo per aiutare i cittadini italiani che versano in maggiori difficoltà, come è il caso degli insegnanti precari, espressione peraltro di un fenomeno che affonda le radici nel boom demografico degli anni Sessanta e che sconta decenni di dissennate politiche di assunzione del personale docente.”