Riforma dell’Università: approvato il disegno di legge

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 67 del 28 ottobre 2009, ha approvato, su proposta del Ministro Gelmini, un disegno di legge per la riforma del sistema universitario.

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 67 del 28 ottobre 2009, ha approvato, su proposta del Ministro Gelmini, un disegno di legge per la riforma del sistema universitario.

Si tratta di un provvedimento incisivo ed organico – si legge in un comunicato stampa del Governo - che interviene sui nodi cruciali del sistema: l’accentuazione dell’autonomia responsabile degli Atenei; strutture di governo e di organizzazione più snelle ed incisive; meccanismi di finanziamento basati sul merito e sulle valutazioni; nuove norme sul reclutamento dei docenti e relativi diritti e doveri. In particolare vengono ridefiniti organi ed articolazione interna delle Università, previste fusioni e federazioni di Atenei anche a fini di razionalizzazione delle sedi e delle strutture, nonché la programmazione triennale del reclutamento del personale accademico.”

Il disegno di legge prevede una delega al Governo per l’introduzione di meccanismi premiali, per la razionalizzazione della normativa contabile, per la valorizzazione e qualificazione delle attività didattiche e della ricerca del personale. È prevista anche l’istituzione di un Fondo speciale per il merito, per aiutare gli studenti migliori tramite l’erogazione di borse di studio e la garanzia su prestiti d’onore. Il disegno di legge prevede, infine, l’istituzione dell’abilitazione scientifica nazionale, requisito essenziale per l’accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori.

L’Ufficio Stampa del Miur ha, inoltre, rilasciato un comunicato che riassume le linee ispiratrici della Riforma che riportiamo in sintesi:

  • Autonomia finanziaria, scientifica, didattica delle Università

  • Stop ai finanziamenti a pioggia: soldi solo in base alla qualità

  • Reclutamento del personale secondo criteri meritocratici e di trasparenza

  • Limite massimo complessivo di 8 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma

  • Il Consiglio di Amministrazione non sarà elettivo e sarà composto da almeno il 40% di membri esterni. Il presidente del CdA potrà essere esterno.

  • Introduzione di un direttore generale al posto del direttore amministrativo.

  • Nucleo di valutazione d’ateneo a maggioranza esterna.

  • Valutazione dei professori da parte degli studenti.

  • Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra MIUR e Tesoro.

  • Commissariamento per gli atenei in dissesto finanziario.

  • Obbligo di certificazione della presenza da parte dei professori.

  • Scatti stipendiali solo ai docenti migliori.

  • Favorita la mobilità all’interno degli atenei.

  • Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.