Insegnamento Religione Cattolica: il Miur fa ricorso al Consiglio di Stato

Contro la recente sentenza del Tar del Lazio il Miur ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato. “La religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata"

Contro la recente sentenza del Tar del Lazio il Miur ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato.

“La religione cattolica esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata. Una unicità che la scuola, pur nel rispetto di tutte le altre religioni, ha il dovere di riconoscere e valorizzare. I principi cattolici dunque, che sono patrimonio di tutti, vanno difesi da certe forme di laicità intollerante che vorrebbero addirittura impedire la libera scelta degli studenti e delle loro famiglie di seguire l’insegnamento della religione. Per questo ho deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.”

Lo ha dichiarato il Ministro Gelmini con un comunicato stampa del 12 agosto 2009.

“Il Tar del Lazio – continua il Ministro - ha sostenuto che per chi non sceglie l’insegnamento della religione cattolica può configurarsi una situazione di svantaggio. Tale tesi non è condivisibile in quanto l’insegnamento della religione cattolica non costituisce un credito scolastico ma un credito formativo e non incide quindi in maniera diretta sul voto finale. E’ pertanto davvero incomprensibile che solo la religione cattolica non debba contribuire alla valutazione globale dello studente tra tutte le attività che danno luogo a crediti formativi. L’ordinanza del Tar peraltro tende a sminuire il ruolo degli insegnanti di religione cattolica, come se esistessero docenti di serie a e di serie b. Al contrario ritengo che il ruolo degli insegnanti di religione vada accresciuto e valorizzato”.