Per la Gelmini, azione Codacons priva di fondamento giuridico

In merito all'iniziativa del Codacons, il Miur, con un comunicato stampa del 15 gennaio, precisa che “l'azione prodotta è priva di fondamento giuridico, poiché l'atto impugnato (DPR 81) è un regolamento emanato in applicazione della legge (art. 64 del DL 112/2008). In virtù di essa lo stesso regolamento può disporre modifiche alla normativa precedente. Pertanto oggi non esistono più le disposizioni sui 25 alunni per classe ma sono in vigore le nuove regole previste proprio dal DPR 81”.

In merito all'iniziativa del Codacons, il Miur, con un comunicato stampa del 15 gennaio, precisa che “l'azione prodotta è priva di fondamento giuridico, poiché l'atto impugnato (DPR 81) è un regolamento emanato in applicazione della legge (art. 64 del DL 112/2008). In virtù di essa lo stesso regolamento può disporre modifiche alla normativa precedente. Pertanto oggi non esistono più le disposizioni sui 25 alunni per classe ma sono in vigore le nuove regole previste proprio dal DPR 81”.

Il riferimento è alla Class Action avviata dal Codacons contro le cosiddette classi “pollaio”.

Con questa azione collettiva l’associazione a tutela dei consumatori chiederà - decorsi i 90 giorni dalla diffida notificata il 15 gennaio - al Tar del Lazio di ordinare al Ministero della Pubblica istruzione e ai 20 Direttori scolastici regionali di rispettare il limite previsto dalle leggi vigenti di 25 alunni per aula. Leggiamo sul sito del Codacons che “i genitori degli studenti costretti a fare lezioni in classi sovraffollate - e dove il numero di alunni supera le 25 unità, così come i docenti, possono aderire alla class action e chiedere un risarcimento che il Codacons stima in 250 euro a studente.”

Nel ricorso verrà richiesta la restituzione alle famiglie di una parte della tassa scolastica pagata in proporzione al minore spazio a disposizione di ciascun alunno (la legge prevede 1.80 mq per alunno nelle scuole materne, elementari e medie e 1,96 mq/alunno nelle scuole superiori), oltre il danno connesso al rischio per la sicurezza e la diminuzione del servizio istruzione reso ridicolo da classi pollaio di 35-40 alunni a causa dei tagli agli organici del personale docente.

Il fenomeno delle classi con più di 25 alunni – precisa il Ministro - è comunque limitato.

I tetti fissati, inoltre,  tengono conto della capienza effettiva delle aule; mai viene attivata una classe che oltrepassi i limiti previsti dalle disposizioni sulla edilizia scolastica”.