Indagine sull'utilizzo dei Fondi europei

Sul sito www.governo.it è stata pubblicato il Dossier "Indagine sui fondi strutturali europei", realizzato dalla Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato, dal quale risulta che, rispetto al passato, l'Italia risulta oggi tra i migliori utilizzatori dei fondi strutturali europei, facendo registrare mediamente risorse disimpegnate per lo 0,37 per cento, meglio di quanto non facciano Regno Unito, Francia, Germania e Belgio.

Sul sito www.governo.it è stata pubblicato il Dossier "Indagine sui fondi strutturali europei", realizzato dalla Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato, dal quale risulta che, rispetto al passato, l'Italia risulta oggi tra i migliori utilizzatori dei fondi strutturali europei, facendo registrare mediamente risorse disimpegnate per lo 0,37 per cento, meglio di quanto non facciano Regno Unito, Francia, Germania e Belgio.

L'Italia riceve la maggior parte dei finanziamenti comunitari attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE). Il nostro Paese ha dimostrato, negli ultimi anni, di aver compiuto grandi progressi nell'utilizzazione dei fondi comunitari, ma molte sono ancora le criticità, come ad esempio la scarsa assistenza tecnica nell'avvio e nell'implementazione dei progetti, la scarsa capacità progettuale e gestionale e la debolezza del coordinamento centrale.

Altro tema fondamentale è quello del livello e della qualità dell’informazione. Su questa linea, è necessario anche contribuire a diffondere una cultura del controllo e della valutazione, ancora carente in Italia, e mettere in atto sistemi di valutazione di impatto dei diversi programmi di investimento.

La discontinuità politica ed amministrativa è un altro elemento fortemente problematico nella programmazione e nella realizzazione dei programmi. L’attività della pubblica amministrazione, d’altra parte, dovrebbe essere orientata ad una programmazione per obiettivi e per risultati ben ponderati e meno soggetti ad essere rimessi in discussione.

Infine, è auspicabile un ulteriore sforzo di semplificazione delle procedure amministrative, sia a livello nazionale sia europeo, che attualmente contribuisce al rallentamento dell’iter e che risponde alla eccessiva frammentarietà delle competenze e alla complessità dei procedimenti amministrativi.