Nuove Linee guida per l’orientamento permanente

Il Ministro uscente Carrozza ha firmato la trasmissione delle Linee guida nazionali per l’orientamento permanente, che costituiscono un documento di impegno a vari livelli di integrazione affinché l’intervento orientativo assuma un ruolo strategico per tutta la società. Servizio redazionale a cura di Chiara Brescianini.



Linee guida nazionali per l’orientamento permanente

Con nota n. 4232 del 19.2.2014 il Ministro uscente Carrozza ha firmato la trasmissione delle Linee guida nazionali per l’orientamento permanente che costituiscono, nelle intenzioni, un documento di impegno a vari livelli di integrazione affinché l’intervento orientativo assuma un ruolo strategico per tutta la società. Le Linee guida sono composte da premessa e 5 articolati, cui si aggiungono n. 3 allegati.

 

Le premesse delle Linee guida per l’orientamento permanente

Le premesse si sostanziano nei riferimenti europei (Lisbona 2010 e Europa 2020[1]) e rammentano come l’orientamento costituisca un diritto permanente di ogni persona per garantire:

  • accesso all’apprendimento permanente;
  • maggiore mobilità per i giovani;
  • maggiore qualità dei corsi e acquisizione di competenze necessarie per lavori specifici;
  • maggiore inclusione;
  • mentalità creativa, innovativa e imprenditoriale.

Nel rammentare il Decreto Legge 104/2013 – Legge 128/2013 – si evidenzia il rafforzamento delle attività di orientamento nelle scuole secondarie di 1° e 2°grado e la creazione di collegamenti stabili con istituzioni locali, associazioni imprenditoriali, Camere di Commercio e Agenzie per il lavoro Si evidenzia poi la necessità di rinforzare le azioni di alternanza scuola-lavoro, per gli ultimi due anni delle secondarie di 2°grado e l’alternanza Università, istituti tecnici e lavoro.

Fra le premesse si recepiscono pienamente le precedenti “Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita” (C.M. 43 del 15.4.2009) [2]del MIUR, riprese nel corso delle attuali Linee guida sia come concetti chiave sia come strumenti operativi. Si richiamano inoltre:

  • il piano di attuazione italiano[3]Garanzia per i giovani[4];
  • l’Accordo fra Governo, regioni ed enti locali del 5.12.2013 sul documento “Definizione delle linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente[5]

Si conferma il ruolo dei team regionali operanti a livello di Uffici Scolastici Regionali per la definizione e realizzazione di azioni unitarie di rete territoriale e il ruolo strategico della scuola come elemento centrale ove i giovani possono acquisire e potenziare le competenze di base e trasversali per l’orientamento.

Fra le considerazioni di base sui cui si innestano le Linee guida, si evidenziano:

  • il cambiamento del lavoro e dell’economia;
  • il cambiamento dell’orientamento per le esigenze della società, delle famiglie e delle persone;
  • il cambiamento del modo di orientare i giovani da parte dei docenti.

 

L’orientamento a scuola

La centralità del ruolo della scuola come soggetto promotore di orientamento è definita in modo chiaro nelle Linee guida, ribadendo i concetti chiave del “lifelong learning”, del “lifewide learning[6]”, del “lifelong guidance[7]” e del “career guidance”, proponendo la seguente definizione di orientamento, dalla Risoluzione del Consiglio d’Europa del 2008[8], come “insieme di attività che mette in grado i cittadini di ogni età, in qualsiasi momento della loro vita di identificare le proprie capacità, competenze, interessi; prendere decisioni consapevoli in materia di istruzione, formazione, occupazione; gestire i propri percorsi personali di vita nelle situazioni di apprendimento, di lavoro e in qualunque contesto in cui tali capacità e competenze vengono acquisite e/o sviluppate”.

Vengono elencate le condizioni necessarie per un ripensamento dell’istruzione attraverso l’accento sulle competenze di base e trasversali, l’apprendimento delle lingue straniere, l’innalzamento dei livelli di apprendimento in ambito lavorativo, la permeabilità delle qualifiche, l’uso delle tecnologie digitali, la presenza di docenti formativi e motivati e l’integrazione fra sistemi.

In ambito scolastico si distingue fra

  • orientamento formativo o didattica orientativa/orientante, da realizzare nell’insegnamento/apprendimento disciplinare per tutti ;
  • attività di accompagnamento e di consulenza orientativa, da realizzare in esperienze non curricolari/disciplinari in relazione a specifici bisogni dei singoli o dei gruppi ( ndr si vedano le  proposte progettuali in riferimento a D.M. 87/2013 e procedura di richiesta risorse da parte delle scuole con scadenza 28.2.2014[9]).

Le competenze orientative di base sono acquisite a scuola con la predisposizione di un curricolo formativo unitario e verticale, che recuperi il valore del “lavoro”, la valorizzazione del valore orientativo delle singole discipline, l’erogazione di servizi di orientamento e attività di tutorato e accompagnamento, la predisposizione nel Piano dell’Offerta Formativa di un “Piano” con indicazione di standard minimi di orientamento, basato sull’analisi dei fabbisogni del territorio e dei bisogni dei singoli.

 

Il sostegno della scuola ai percorsi di orientamento formativo

Per realizzare concretamente i percorsi di orientamento formativo la scuola è chiamata ad individuare specifiche figure di sistema, sin dalla scuola primaria, a formare i docenti sia in ambito di formazione iniziale, con moduli di formazione iniziale obbligatoria, che in servizio, documentando le attività realizzate in specifici archivi e documentando le fasi essenziali del percorso scolastico e di orientamento, a partire dalla scuola dell’infanzia (portfolio e e-portfolio), sia promuovendo la cultura del lavoro e dell’imprenditorialità come parte integrante dell’orientamento. Particolare attenzione viene riservata ad azioni di sensibilizzazione e formazione dei genitori da prevedere all’interno del Patto di corresponsabilità educativa[10] fra scuola, famiglia e studenti.

 

Orientamento permanente e inclusione sociale

Per creare una “comunità orientativa educante” le Linee guida richiamano alla condivisione di responsabilità fra i vari soggetti, in primis istituzionali, ricordando il pacchetto “Gioventù in movimento[11] che dal 2010 propone azioni legate all’apprendimento permanente, all’istruzione superiore, alla mobilità ed all’occupazione giovanile.  Si evidenzia, poi, il ruolo fondamentale della scuola nella creazione di un ambiente di apprendimento, volto alla prevenzione ed al contrasto del disagio giovanile in un ottica di superamento del cosiddetto “mismatch” fra domanda ed offerta di lavoro. Alle scuole si assegna il compito di realizzare azioni volte a:

  • potenziare la collaborazione con il mondo del lavoro, dell’associazionismo, del terzo settore sia in ambito di progettazione che di valutazione;
  • sviluppare esperienze imprenditoriali anche come start up sostenute da un sistema tutoriale;
  • creare laboratori di “career management skills” ossia di promozione di specifiche abilità di gestione della propria carriera professionale[12];
  • comparare, selezionare e condividere modelli di certificazione ai sensi D.l.gs 13/2013;
  • sviluppare stage e tirocini come modalità strutturalmente presenti nelle scuole;
  • promuovere la diffusione dell’apprendistato;
  • individuare le migliori pratiche sperimentate.

 

Orientamento e tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)

Nell’attuale società fluida, le Linee guida hanno necessariamente dedicato apposita sezione alla diffusione delle TIC ed alle potenzialità che l’impatto delle tecnologie ha sia sui processi di apprendimento sia sul mercato del lavoro, privilegiando una dimensione sia a distanza (e-guidance), sia “faccia a faccia”, come proposto dai documenti europei ed in linea con le 4 aree prioritarie della Risoluzione Europea 2008 citata[13]. Presupposto perché le TIC siano funzionali ad azioni di orientamento è il garantire la possibilità di accesso a tutti gli studenti al web e alle tecnologie, superando il digital divide, il formare docenti, operatori e dirigenti scolastici sul tema, migliorando strumenti di orientamento e comunicazione in ottica di trasparenza, inclusività ed efficacia.

 

Integrazione fra i sistemi

La frammentazione attuale di competenze e responsabilità in tema di orientamento fra i vari interlocutori istituzionali ha determinato difficoltà nell’accesso ai servizi fra gli utenti. L’Accordo in Conferenza Unificata, già citato, si propone di ricomporre il quadro attraverso livelli di “governance” politico-istituzionale e tecnico-operativa, con l’utilizzo di reti, viste come metodologia di lavoro strategica. Il richiamo conclusivo delle Linee guida rammenta la necessità di una valutazione, anche in termini di bilancio sociale, dell’efficienza e dei risultati conseguiti.

 

Allegati alle Linee guida nazionali per l’orientamento permanente

I tre allegati si propongono di chiarire e approfondire alcuni temi.

Il primo allegato propone:

  • una nota sulle “figure di sistema” che recupera, dall’avvio dell’autonomia scolastica, il ruolo di figure definite, in chiave di sistemi di organizzazione, come middle management in grado di progettare adeguatamente, affiancandosi alla già presente dirigenza scolastica. In tal senso viene proposta la definizione di una figura di sistema per l’orientamento, di cui vengono definiti i possibili compiti.
  • una nota su alternanza scuola-lavoro, stage e tirocini che, chiarendo il ruolo del tutor interno, già previsto per l’alternanza scuola lavoro[14], rispetto ai tutor di stage e tirocinio, rammenta le differenze fra le varie tipologie di percorsi svolti fuori dalla scuola. In particolare si definisce in modo netto che l’alternanza scuola-lavoro non è un’azione di orientamento, poiché costituisce una vera e propria modalità di realizzazione dei percorsi di scuola secondaria di 2°grado.

Il secondo allegato è dedicato all’informazione sui portali per l’orientamento, con particolare riferimento alla necessità di interconnettere le risorse presenti su web, anche utilizzando il portale MIUR http://www.istruzione.it/orientamento/

Il terzo allegato propone strumenti per l’integrazione dei sistemi, ipotizzando la costruzione di “Centri interistituzionali per l’orientamento permanente” operanti come multi-agency di orientamento.

 

Alcune note e riflessioni

Wikipedia[15] definisce come “linea guida” un insieme di raccomandazioni sviluppate sistematicamente, sulla base di conoscenze continuamente aggiornate e valide, redatto allo scopo di rendere appropriato, e con un elevato standard di qualità, un comportamento desiderato. Sono una base di partenza per l'impostazione di comportamenti e modus operandi condivisi in organizzazioni di ogni genere (sia private, sia pubbliche) nel campo sociale, politico, economico, aziendale, medico e così via. Prevalentemente non si tratta di procedure obbligatorie ma di indirizzo.

Le presenti Linee guida, emanate a chiusura del mandato del Ministro Carrozza, sono interconnesse alle politiche promosse in tema di prevenzione della dispersione e del disagio scolastico, di apertura delle scuole, di attenzione alle tematiche inclusive e di necessario rinnovamento su alcuni temi di grande attualità come appunto l’orientamento, ma anche l’accoglienza degli alunni stranieri, oggetto di attualizzazione delle Linee guida 2006 uscite quasi in contemporanea alle Linee guida sull’orientamento. Innovativo il richiamo al patto di corresponsabilità fra scuola, famiglia e studenti da sviluppare anche in chiave di orientamento permanente ed alla necessità di rendicontazione sociale, da realizzare con lo strumento del bilancio sociale, che inizia a diffondersi nelle scuole italiane. Occorrerà vedere quali “gambe” in termini di risorse umane e materiali saranno date alle dichiarazioni, agli auspici, alle indicazioni anche operative contenute nelle Linee guida per le scuole. Ciò, in particolare, rispetto ai compiti, in taluni punti molto dettagliati, in capo alle scuole come la definizione del tutor per l’orientamento, del Piano di orientamento all’interno del POF, dell’integrazioni fra sistemi, della formazione docenti, delle previste azioni da 3 a 19 anni, ivi compresa la scuola dell’infanzia.

 

Chiara Brescianini

 

 


[1] http://www.strategiadilisbonalazio.it/documenti.asp?categoria=13&sottocategoria=51

[2] http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/cm43_09

[3]http://www.lavoro.gov.it/Notizie/Documents/01_08_2014%20%20Piano%20di%20attuazione%20italiano%20della%20Garanzia%20per%20i%20Giovani.pdf

[4] http://www.lavoro.gov.it/Priorita/Pages/Giovani.aspx

[5] http://www.statoregioni.it/dettaglioDoc.asp?idprov=12439&iddoc=42334&tipodoc=2&CONF=UNI

[6] http://www.edb.gov.hk/en/curriculum-development/major-level-of-edu/life-wide-learning/index.html

[7] http://www.elgpn.eu/

[8] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2008:319:0004:0007:IT:PDF

[9] http://www.istruzione.it/allegati/2014/dm87_dispersione.pdf e http://www.notiziedellascuola.it/news/2014/febbraio/progetti-didattici-contro-la-dispersione-scolastica

[10] D.P.R. n. 249/1998, modificato dal D.P.R. 235/2007,  Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti per la scuola secondaria di 2°grado

[11] http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=950&langId=it e http://europa.eu/legislation_summaries/education_training_youth/youth/ef0024_it.htm

[12] “Gestire il cambiamento in una situazione di crisi” Daniela Pavoncello – ISFOL – 2012 http://www.isfol.it/pubblicazioni/osservatorio-isfol-old/numeri-pubblicati/allegati-anno-ii-n.3-2012/pavoncello

[13] http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2008:319:0004:0007:IT:PDF

[14] Art. 5 D.lgs  n. 77 del 15.4.2005

[15] http://it.wikipedia.org/wiki/Linea_guida