Le linee programmatiche del Ministro Giannini

Nella giornata di ieri il Ministro Stefania Giannini ha esposto in Commissione Cultura al Senato le linee programmatiche del proprio dicastero per quanto concerne la scuola. Quattro i principi ispiratori della sua azione di governo: semplificazione, programmazione, valutazione e internazionalizzazione.
  • In ordine al primo principio, il Ministro evidenzia la necessità di resistere alla tentazione dell'ipertrofia normativa, reputando più opportuno concentrarsi sull'attuazione di provvedimenti già approvati e ridurre gli spazi di incertezza.
  • Occorre altresì a suo avviso dotarsi di un orizzonte temporale e finanziario per dare soluzioni strutturali ai diversi problemi, senza rincorrere continuamente le emergenze, in ossequio al principio della programmazione.
  • In merito alla valutazione, pone l'accento sulla esigenza di ridurre i controlli ex ante privilegiando la valutazione ex post, con l'effetto di assegnare risorse in base ai risultati.
  • In ultima analisi, enfatizza il principio dell'internazionalizzazione, in quanto un sistema aperto alla competizione e alla comparazione genera maggiore qualità sul piano didattico, scientifico e strutturale.

Ciò premesso, passa a delineare gli indirizzi programmatici in materia di scuola, ribadendo innanzi tutto le gravi emergenze che il Ministero è stato fin da subito chiamato a risolvere: ex LSU, posizioni economiche del personale ATA, edilizia scolastica.

Nel reputare essenziale dotarsi di strumenti snelli, Giannini richiama la governance della scuola e la revisione degli organi collegiali, dove sembra utile garantire la piena funzionalità dell’organo consultivo a livello nazionale, nonché degli organismi necessari ai diversi livelli di intervento locale. Sempre in quest'ottica giudica quanto mai improcrastinabile operare - in stretta collaborazione con il Parlamento - un aggiornamento del Testo unico sulla scuola, risalente al 1994, onde evitare continue stratificazioni normative e garantire la certezza del diritto, semplificando le regole ed eliminando le contraddizioni.

Puntando alla valutazione dei risultati e dei procedimenti adottati per ottenerli, ritiene che occorra consolidare il sistema di misurazione degli apprendimenti tramite le prove INVALSI, promuovendo un maggior coinvolgimento delle scuole. In proposito, annuncia l'intenzione di aiutare i singoli istituti ad analizzare i propri assetti organizzativi e la qualità dei servizi che erogano, promuovendo in questo modo un ciclo di autovalutazione.

Ricorda poi che, dopo più di un decennio, è stato messo a punto uno specifico regolamento sulla valutazione, n. 80 del 2013, di cui si impegna ad assicurare l'applicazione in tutte le scuole a partire da settembre. Sostiene inoltre che la questione della valutazione e della valorizzazione delle persone sia legata a quella dei contratti, per cui giudica prioritaria una riflessione sul contratto degli insegnanti, in modo che la relativa retribuzione non sia più basata solo sull'anzianità. Parallelamente ritiene opportuno affrontare le nuove modalità di reclutamento dei docenti e valutare, insieme al Parlamento, una modifica del loro status giuridico, unitamente alla predisposizione di nuove regole per la selezione dei dirigenti scolastici.

Pone l'accento sull'esigenza di superare il precariato della scuola, che rappresenta un problema rilevante sotto il profilo quantitativo e drammatico per le vite di molte persone e di molte famiglie. L'obiettivo politico necessario per affrontare il problema è a suo avviso il riassorbimento dei precari, fermo restando che, in un’ottica di lungo periodo, devono essere banditi solo concorsi a cattedra. Occorre infatti a suo giudizio predisporre un Piano di medio termine per il reintegro dei precari e il loro inserimento all’interno di "organici funzionali", che permettano ai dirigenti scolastici una miglior gestione delle supplenze e un aumento dell’offerta formativa. Ritiene del resto che l’organico funzionale serva ad affrontare il tema del sostegno e dell’integrazione, assicurando continuità didattica e formazione specifica per le diverse disabilità, e si traduca nella creazione di un gruppo professionale qualificato, operante in una rete di scuole.

Invita peraltro a prestare particolare attenzione alla formazione di una nuova generazione di insegnanti, per la quale annuncia l'avvio di un'ulteriore tornata di TFA per il prossimo anno accademico. Prefigura per il futuro l'introduzione di un modello più snello, basato sull’inserimento di un periodo di tirocinio direttamente nel percorso della laurea magistrale universitaria con cui ottenere anche l’abilitazione.

Il Ministro rimarca poi che programmare nella scuola vuol dire poter disporre di risorse finanziarie certe e adeguate. In tale ottica, segnala in particolare l'esigenza di reintegrare i Fondi destinati al miglioramento dell’offerta formativa, riportandoli all'ammontare del 2011, che era pari a circa 1,5 miliardi di euro. La disponibilità di risorse è del resto essenziale, prosegue il Ministro, anche per dare un reale regime di autonomia alla scuola. Reputa quindi essenziale prevedere l’assegnazione di stanziamenti certi già all’inizio dell’anno scolastico in un budget unico, senza vincoli di spesa, se non quelli fissati dalla scuola e finalizzati al miglioramento dell’offerta formativa, anche con la possibilità di utilizzare contratti d’opera laddove essi siano utili.

Il Ministro pone poi l'accento sull'investimento di adeguate risorse sui più piccoli, ampliando l'offerta che oggi vede disparità inaccettabili tra le diverse aree del Paese. A tal fine preannuncia l'intenzione di attivare la gestione dei fondi europei destinati a un grande Piano infanzia.

Passando all'ultimo capitolo della sua relazione dedicato alla scuola, il Ministro richiama l'esigenza di una scuola aperta, al fine di contrastare la dispersione scolastica, lasciando le porte aperte oltre l’orario delle lezioni e sviluppando progetti e programmi dedicati.

Una scuola aperta deve essere, a suo giudizio, vicina anche alla disabilità e quindi non esaurirsi nel sostegno a scuola, ma comprendere anche la presenza negli ospedali e nelle case dei ragazzi malati o disabili, per contrastare l’abbandono scolastico dovuto alla malattia e all’ospedalizzazione.

Il Ministro si sofferma poi sull'importanza dell’alfabetizzazione motoria e sportiva nella scuola primaria, ricordando che l'Italia è tra i Paesi europei con più ragazzi obesi (10 per cento). In proposito, dà conto della collaborazione con EXPO e rammenta che il 2014-2015 sarà l’anno scolastico dell’educazione alimentare.

Dopo essersi soffermata sulla scuola digitale, ella invita a guardare con molta attenzione al mondo del lavoro e dell’impresa, richiamando l'impegno congiunto con il ministro Poletti per l’attuazione del Piano Garanzia Giovani, che mira ad assicurare a tutti i nostri giovani un’offerta qualitativamente valida di lavoro o di formazione entro 4 mesi dall’uscita dal sistema di istruzione formale o dall’inizio della disoccupazione.

Infine, il Ministro pone l'accento su un aspetto strategico quale la formazione tecnica, preannunciando l'istituzione una struttura interdipartimentale per arrivare ad una profonda revisione degli istituti tecnici, migliorandone attrattiva e qualità anche attraverso la creazione di poli tecnico-professionali.

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