Dispersione scolastica in calo, ma ancora forte al sud

Sicilia, Campania, Sardegna, Puglia e Calabria hanno un tasso di dispersione scolastica superiore alla media nazionale. Disponibile la pubblicazione curata dall’Ufficio Statistica e Studi del Miur relativa ai dati sulla dispersione scolastica nel 2016. Il fenomeno è in calo, ma restano forti divari sociali e territoriali.

L’indicatore europeo per la quantificazione della dispersione scolastica è quello degli early leaving from education and training (ELET), con cui si prende a riferimento la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni d’età con al più il titolo di scuola secondaria di I grado o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni e non più in formazione. Per l’Italia tale indicatore mostra un miglioramento attestandosi, per l’anno 2016, al 13,8%. Nel 2006 era al 20,8%. L’Italia si avvicina dunque all’obiettivo Europa 2020, al raggiungimento del livello del 10%. Il dettaglio regionale evidenzia il divario fra Nord e Sud con Sicilia, Campania, Sardegna, Puglia, Calabria, sopra la media nazionale della dispersione.

A livello nazionale è possibile quantificare il fenomeno della dispersione scolastica a livello nazionale a partire dai dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti. L’elaborazione dei dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti per gli anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017 ha consentito di quantificare l’abbandono nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 e tra i due anni scolastici, all’interno della scuola secondaria di I grado, nel passaggio tra cicli scolastici e nella scuola secondaria di II grado. Tra gli anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017 ha abbandonato:

• l’1,35% degli alunni frequentanti la scuola secondaria di I grado a settembre 2015;

• e il 4,31% degli alunni frequentanti la scuola secondaria di II grado a settembre 2015.

Analizzando l’abbandono complessivo in serie storica, si evidenzia come nel corso del tempo la dispersione ha mostrato una dinamica di decrescita. L’abbandono complessivo passa per la scuola secondaria di I grado dall’1,08% dell’a.s. 2013/2014 allo 0,83% dell’a.s. 2015/2016, per il passaggio tra cicli scolastici dall’1,18% dell’a.s. 2013/2014 allo 0,52% dell’a.s. 2015/2016 e per la scuola secondaria di II grado dal 4,40% dell’a.s. 2013/2014 al 4,31% dell’a.s. 2015/2016.

Nello specifico della dispersione che avviene nel passaggio tra cicli scolastici, occorre sottolineare che parte della diminuzione è dovuta a d un migliore processo di identificazione degli alunni che scelgono di proseguire gli studi in centri regionali di istruzione e formazione.

L’analisi della dispersione scolastica nel passaggi o tra cicli ha evidenziato un consistente spostamento di alunni dal sistema scola stico classico verso percorsi, alternativi al canale dell’istruzione, di formazione professionale regionale e di apprendistato.

Per contenere i forti divari sociali e territoriali che emergono dal report il Miur sottolinea la necessità di un’azione importante che che coinvolga anche tutti gli altri attori in campo: le famiglie, il terzo settore, i centri sportivi, l’associazionismo, le istituzioni del territorio. Per mettere insieme questa rete e per far emergere le buone pratiche che già esistono e che possono essere prese a modello è stato istituito un apposito Gruppo di lavoro, una cabina di regia guidata da Marco Rossi Doria, ex Sottosegretario all’Istruzione.

Entro dicembre il Gruppo di lavoro redigerà delle Linee guida per il contrasto e la prevenzione della dispersione, un piano d’azione che avrà come punto di riferimento l’articolo 3 della Costituzione.

Il report del Miur