Certificazione delle competenze: esiti 3° anno di sperimentazione

Pubblicato da parte del Miur il Rapporto sulla rilevazione effettuata nel giugno - luglio 2017 nell’ambito delle azioni di monitoraggio sul terzo anno di adozione sperimentale dei nuovi modelli per la certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo di istruzione.

A conclusione  del  terzo  anno  di  sperimentazione  dell’adozione  dei  modelli  di certificazione  delle  competenze  nelle  scuole  del  primo  ciclo  di  istruzione  (avviata  con  la  circolare n. 3/2015), il Miur ha pubblicato il relativo Rapporto illustrativo sul monitoraggio,  curato  a  livello  nazionale  dal  Comitato  scientifico  nazionale  per  le Indicazioni 2012 e  a  livello  locale  dagli appositi Staff regionali .

Nel corso del biennio la sperimentazione ha visto progressivamente aumentare il numero delle scuole aderenti, portando, nell’a.s.2016-2017, ad un coinvolgimento di quasi 2700 istituzioni scolastiche.

Il rapporto, che costituisce un utile riferimento nel  vivace  dibattito  sui  temi  della  valutazione,  sollecitato  dalla  legge n. 107/2015 (art. 1, co.  181) e dal d.lgs. n. 62/2017 attuativo, è suddiviso in quattro parti:

  1. Il contesto culturale e istituzionale
  2. L'indagine on line
  3. Approfondimenti qualitativi
  4. Conclusioni e linee di tendenza

Dal monitoraggio è emersa una generale condivisione per i nuovi modelli strutturati secondo la logica della valutazione formativa: individuazione dei livelli di competenza con assenza di un livello negativo e loro formulazione descrittiva, con riferimento alle competenze chiave europee.

Resta aperto il significato da attribuire alla certificazione, che viene in genere ascritta al dominio della valutazione formativa, pro-attiva, in grado di descrivere e conoscere la progressione degli apprendimenti, piuttosto che l’attestazione “legale” di effettivi standard di competenza, magari affidata a soggetti “terzi”.

Si pone la questione della non congruità dei 4 livelli rispetto a consuetudini internazionali che ne prevedono 5, come ad esempio le 5 fasce di descrizione degli apprendimenti rilasciate dall’Invalsi.

Si fa sentire anche il problema di un mancato raccordo con le certificazioni in esito all’obbligo, che espongono riferimenti concettuali e culturali diversi, che possono creare disorientamento nel rapporto tra gli ordini scolastici.

Il nodo problematico più forte e ricorrente rimane la certificazione di alunni con BES o disabilità lievi, per i quali si chiedono indicazioni di carattere nazionale.

Si auspica il coinvolgimento della scuola dell’infanzia sul tema della certificazione, in coerenza con il principio della continuità educativa e con la valorizzazione del ruolo della scuola dai 3 ai 6 anni.

Alla luce degli esiti dei monitoraggi, il Comitato Scientifico Nazionale segnala nove  priorità di lavoro:

  1. diffondere alle scuole gli esiti del monitoraggio in forme sintetiche ed utili alla comprensione del rapporto tra certificazione, valutazione e dimensioni curricolari e didattiche;
  2. apportare ai modelli di certificazione definitivi quelle puntualizzazioni che scaturiscono dagli orientamenti delle scuole e dal dibattito scientifico e pedagogico;
  3. agevolare la conoscenza e la condivisione delle novità in materia attraverso l’organizzazione di meeting regionali;
  4. organizzare focus qualificati per affrontare i nodi concettuali ancora aperti;
  5. proporre al Miur di considerare l’anno scolastico 2017/18 un anno-laboratorio per l’adozione guidata di nuovi strumenti di valutazione e certificazione, fornendo adeguato supporto soprattutto a quel 50% di istituzioni scolastiche non coinvolte nella sperimentazione;
  6. progettare, nell’ambito del Piano Nazionale di formazione, azioni strategiche nazionali di formazione sui temi della “didattica per competenze e innovazione metodologica” e della “Valutazione degli allievi”;
  7. considerare i processi di valutazione/certificazione un osservatorio privilegiato sulle pratiche didattiche, sulla qualità degli apprendimenti degli allievi, sugli standard di apprendimento da auspicare e rendere ancora più visibili, anche in relazione alla verifica dell’attuazione delle Indicazioni/2012 dopo il primo quinquennio di adozione;
  8. raccogliere e validare le migliori pratiche realizzate dalle scuole per far circolare le esperienze didattiche più aggiornate ed efficaci, in una logica di rinnovamento dal basso della pratica scolastica;
  9. rivedere le Linee guida per la certificazione delle competenze già emanate, per accompagnare la modulistica che sarà definitivamente proposta alle scuole.