Scuole polo per l’inclusione: le istruzioni

Le indicazioni Miur per l’individuazione delle scuole polo per l'inclusione, la collaborazione a livello di ambito, e le azioni da mettere in campo per realizzare una rete dell'inclusione diffusa e coordinare strategie di inclusione che diano risposte adeguate alle esigenze territoriali, in un’ottica di sussidiarietà.

Il d.lgs. n. 66/2017 (art. 9, co. 2) istituisce le scuole polo per l'inclusione, con il compito di svolgere “azioni di supporto e consulenza con le reti del territorio per la promozione di ricerca, sperimentazione e sviluppo di metodologie ed uso di strumenti didattici per l'inclusione”, e dispone il riconoscimento di una scuola polo per l'inclusione per ogni ambito territoriale.

L'individuazione è effettuata dalle scuole dello stesso ambito, in rete o liberamente organizzate, fra le istituzioni scolastiche. La scuola così individuata è riconosciuta e supportata nel ruolo di coordinamento per le strategie di inclusione scolastica, affinché le risposte alle esigenze territoriali siano adeguate e specifiche, nell'ottica di sussidiarietà.

Ogni scuola polo per l'inclusione si relaziona con i nuovi organismi istituiti dalla riforma, quali ad esempio il Gruppo di Inclusione territoriale (GIT) o il Gruppo di lavoro interistituzionale regionale (GLIR), e con i già noti presidi presenti sul territorio come i Centri Territoriali per il Supporto (CTS) e i Centri Territoriali per l'Inclusione (CTI). L’idea portante della delega è, infatti, quella di creare la rete dell'inclusione diffusa, con professionisti presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale.

La dimensione di ambito rafforza la collaborazione fra le scuole dello stesso territorio e fra le scuole polo di ambito con diverse funzioni (ad es. la scuola polo per la formazione). Ogni ambito, pertanto, in autonomia, è in grado di individuare le strategie più idonee a migliorare, su tutti i piani, l'inclusione scolastica e collaborare con la scuola polo affinché queste siano realizzate.

Con nota 12 aprile 2018, prot. n. 847 il Miur elenca le azioni che, a mero titolo esemplificativo, possono essere attivate dalle scuole polo:

  • orientamento scolastico;
  • individuazione e diffusione di modelli didattici e organizzativi ritenuti efficaci per i processi di inclusione;
  • attività di informazione/formazione sia nei confronti del personale scolastico che degli stakeholder, in collaborazione con la scuola polo della formazione;
  • consulenza e supporto nei percorsi di alternanza scuola-lavoro;
  • istituzione di gruppi di ricerca e sperimentazione fra docenti e/o con personale di altra amministrazione (sanitario, sociale);
  • proposte di ampliamento dell'offerta formativa per l'ambito territoriale anche in orario extra-curricolare (sportive e sociali);
  • rilevazione dei bisogni formativi di ambito e valorizzazione delle professionalità anche in un’ottica di utilizzo in rete.