Ripartono i corsi per insegnare con il CLIL

Il decreto Miur n. 864/2015 definisce le specifiche del progetto formativo nazionale finalizzato al miglioramento delle competenze linguistico-comunicative del personale docente, nonché le modalità per la valutazione delle predette competenze in entrata e in uscita. Il provvedimento ripartisce per ambiti regionali lo stanziamento di euro 1.796.320,00 per l'attivazione dei corsi linguistici. Le scuole destinatarie dei finanziamenti saranno individuate mediante avvisi pubblici degli UU.SS.RR. Il punto nel servizio redazionale di Lorella Zauli.

 

 

 

Quadro di riferimento

L’insegnamento in lingua straniera (LS) di una disciplina non linguistica (DNL) è stato introdotto nella revisione degli Ordinamenti della scuola secondaria di secondo grado con i DD.PP.RR. 88/2010 (regolamento degli istituti tecnici) e 89/2010 (regolamento dei licei). Essi prevedono che tale insegnamento venga impartito nel quinto anno dei licei, dove si parla genericamente di lingua straniera, e degli istituti tecnici, dove viene introdotto lo studio, in lingua inglese, di una disciplina compresa nell’area di indirizzo del quino anno. Nei licei linguistici tale insegnamento è previsto già a partire dal primo anno del secondo biennio, mentre nel secondo anno del secondo biennio si introduce, in aggiunta alla precedente, una seconda DNL in una diversa lingua straniera.

Di fatto, dopo l’introduzione, nel 2012/13, di una DNL in LS nel terzo anno dei licei linguistici, l’insegnamento  secondo la modalità CLIL va a regime nell’anno scolastico 2014/15, con la nota MIUR n. 4696 del 25 luglio 2014, la quale fornisce suggerimenti e indicazioni operative per il suo avvio in ordinamento e detta le norme transitorie per l’anno 2014/15, prevedendone una introduzione graduale: si suggerisce l’attivazione di norma del 50% del monte ore della DNL veicolata in lingua straniera, “in considerazione anche della necessità di dotare gli studenti della padronanza del linguaggio tecnico specialistico della disciplina della lingua italiana” e si precisa che in questa fase di prima applicazione della metodologia CLIL negli ordinamenti scolastici possono trovare impiego nella didattica anche i docenti in possesso di una competenza linguistica di livello B2 QCER, nonché, attraverso moduli parziali, i docenti impegnati nei percorsi di formazione per acquisire il livello B2. In effetti, il profilo del docente CLIL delineato dal DM 30 settembre 2011 e dal Decreto Direttoriale n. 6 del 16 aprile 2012 appare più ambizioso, indicando come obiettivo finale docenti disciplinari in possesso della certificazione linguistica C1 con adeguate e specifiche competenze in relazione agli ambiti linguistico, disciplinare e metodologico didattico (si ricorda che, per l’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, è richiesto ai docenti il livello di competenza B1 QCER).

In definitiva, dunque, il quadro normativo delineato dalla riforma della scuola secondaria di secondo grado italiana ha segnato il passaggio dalla didattica CLIL a livello sperimentale a insegnamento curricolare di una DNL in una lingua straniera nel quinto anno dei licei e degli Istituti tecnici (nei tecnici è solo inglese) e negli ultimi tre anni dei licei linguistici, con implicazioni nell’esame di stato (terza prova).

 

La formazione sino a oggi

Dal 2010 a oggi si sono succeduti vari decreti e direttive MIUR, che hanno destinato finanziamenti specifici relativi all’avvio di corsi linguistico/comunicativi e metodologico/didattici, sulla base dei fondi all’uopo destinati dai rispettivi decreti ministeriali (ex legge 440/1997), che hanno visto il MIUR impegnato in un consistente e diffuso piano di formazione. Ripercorrendone la storia, è possibile individuarne tre fasi, o generazioni:

  • 1° generazione: L’organizzazione dei primi corsi linguistico/comunicativi e metodologico/ didattici fu assegnata all’INDIRE nel 2011. Tali corsi furono affidati alle Università risultate idonee a seguito dell’avviso a presentare candidature pubblicato dallo stesso INDIRE nel 2012. Si trattava a livello nazionale di una cinquantina di corsi linguistici e di una trentina di corsi metodologici. Fu questa fase a comprendere iniziative formative su lingue comunitarie diverse dall'inglese (francese, spagnolo, tedesco). Successivamente invece prese il sopravvento la lingua inglese. Vero è, in primo luogo, che l’inglese è indubbiamente la seconda lingua più diffusa e conosciuta, anche dai docenti di DNL, e in secondo luogo che negli istituti tecnici l’insegnamento secondo modalità CLIL è previsto solo in inglese, tuttavia non vanno dimenticate altre lingue (l’anagrafe nazionale www.miurambientelingue.it conferma la presenza di vari docenti certificati B2 o C1 in tedesco, spagnolo, francese – non si dimentichi l’ESABAC) e allargando lo sguardo al vivace e dinamico dibattito culturale sull’inglese quale lingua veicolare, universale, panterrestre, vale forse la pena riflettere sul significato e sulla portata storica dell’espansione della lingua inglese. Una lettura interessante a tale riguardo è il libro scritto recentemente da Gian Luigi Beccaria e Andrea Graziosi, Lingua madre. Italiano e inglese nel mondo globale, Il Mulino, Bologna, 2015. Interessante soprattutto perché presenta già al suo interno tale dibattito, trattando le idee e le convinzioni, a tratti convergenti, spesso profondamente diverse, di un linguista (Beccaria) e di uno storico contemporaneo (Graziosi).
  • 2° generazione: La gestione dei corsi successivi seguì la sottoscrizione dell’Accordo di Rete firmato dalla Direzione Generale degli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia scolastica e la Direzione generale per il Personale scolastico (4 marzo 2013), con l’individuazione di 18 licei linguistici in rappresentanza di ciascuna Regione. Tali licei hanno poi affidato i corsi ad Università risultate idonee a seguito di avvisi pubblici a livello regionale. Il citato decreto n. 6/2012, oltre a definire il profilo del docente CLIL, stabilì anche il ricorso vincolante alle Università nella gestione dei corsi metodologici, vincolo che permane ancora oggi.
  • 3° generazione: Il Decreto Direttoriale n. 89/2013 (sulla base del DM 821/2013, ex legge 440), che prevedeva l’avvio sia di corsi linguistici (standard e/o di integrazione) sia di corsi metodologico-didattici (detti di perfezionamento), affidò alle Istituzioni scolastiche candidatesi agli USR la gestione di tali corsi, assegnati per la parte linguistica in via prioritaria a personale docente interno con competenza linguistica C1 e secondariamente a Università, istituzioni private in possesso di certificazioni europee, associazioni professionali e disciplinari accreditate dal MUR o docenti madrelingua in possesso delle competenza professionali richieste, mentre per il percorso metodologico didattico ci si avvalse sempre, come detto, della collaborazione delle Università. Il Decreto Direttoriale n. 956/2014 (sulla base del DM 351/2014, ex lege 440) consentì poi di finanziare ulteriori corsi metodologici, che si affiancarono a quelli previsti dal DD 89/2013, tanto che le due tranche stanno ora procedendo di pari passo.

 

Il decreto direttoriale 864 del 5 agosto 2015

L’ultimo decreto MIUR in materia di CLIL è il n. 864 del 5 agosto 2015. Esso, sulla base del DM 435 del 16 giugno 2015 (ex legge 440) definisce le specifiche del progetto formativo nazionale finalizzato al miglioramento delle competenze linguistico-comunicative del personale docente, nonché le modalità per la valutazione delle competenze linguistico comunicative dei docenti in entrata e in uscita.

Esso prevede l’avvio di corsi linguistici:

  • standard (della durata complessiva di 130 ore, di cui almeno 60 in presenza);
  • brevi (per docenti che necessitino di un percorso di formazione ridotto per il raggiungimento dei livelli prefissati).

I corsi hanno un approccio blended, o apprendimento misto, che integra cioè le lezioni frontali con attività mediate dal computer e/o da dispositivi mobili.

In base alle rilevazioni del fabbisogno formativo, potranno essere programmati corsi per docenti DNL di lingue straniere diverse dall’inglese (es. francese, spagnolo, tedesco).

Destinatari dei corsi linguistici sono, in via prioritaria, i docenti con contratto a tempo indeterminato impegnati nell’insegnamento secondo la metodologia CLIL in servizio nei licei e negli istituti tecnici che insegnano una DNL nelle classi quinte dei licei (e nelle terze e quarte dei licei linguistici).

Saranno avviati nuovi corsi, ma si potrà anche proseguire con i docenti che hanno già frequentato i corsi di cui alle precedenti generazioni, con l’obiettivo di far loro raggiungere una adeguata competenza e conseguire il raggiungimento del livello B2 o C1 QCER.

Le istituzioni scolastiche destinatarie dei finanziamenti saranno individuate mediante avvisi pubblici degli USR e le loro candidature saranno valutate da apposite commissioni nominate dai Direttori Generali degli stessi USR. A loro volta le scuole individuate dovranno affidare la realizzazione di tali corsi, mediante avvisi pubblici, a strutture Universitarie e centri linguistici d’ateneo o, a seguire, a enti culturali di governi stranieri, a istituzioni private in possesso di certificazioni europee, ad associazioni professionali e disciplinari accreditate dal MIUR, infine a docenti madrelingua di comprovata esperienza e/o docenti in servizio presso le istituzioni scolastiche del territorio con almeno 5 anni di insegnamento di lingua straniera  al personale della scuola e/o in possesso di diplomi/master di didattica della lingua straniera.

Il Decreto stabilisce anche le modalità delle competenze linguistico comunicative in ingresso e in uscita, definendo per i docenti privi di certificazione linguistica o attestazione di competenza dei corsi frequentati nei precedenti piani di formazione specifici test di posizionamento, coordinati a livello regionale e somministrati su base territoriale.

Al termine di ciascun corso sarà rilasciato un attestato di competenza linguistico-comunicativa che darà conto della collocazione dei docenti su uno dei livelli QCER.

 

La piattaforma www.miurambientelingue.it

È stata predisposta dal MIUR la piattaforma www.miurambientelingue.it, una sorta di anagrafe nazionale dei docenti in formazione CLIL e in attesa di formazione. L’ambiente online, che viene costantemente aggiornato, per gli ambiti di propria competenza, dagli Uffici Scolastici Regionali, dalle scuole destinatarie dei finanziamenti (istituti scolastici di riferimento) e dalle singole istituzioni scolastiche, contiene un quadro complessivo e attendibile dello stato dell’arte della formazione in essere, con l’anagrafe dei docenti, dei corsi, dei livelli conseguiti e da conseguire, quadro completo, tuttavia in continua evoluzione in virtù del proseguimento e del completamento dei corsi avviati.

 

Questioni aperte

In attesa della circolare attuativa, con la quale verranno comunicati agli USR gli adempimenti da porre in essere per attivare e realizzare tali corsi linguistici, terminiamo accennando alle principali questioni lasciate aperte dal susseguirsi in questi cinque anni dei decreti e delle disposizioni in materia di formazione CLIL:

  • Permarrà l’obiettivo ambizioso di accompagnare i docenti al completamento del percorso per raggiungere il livello C1 richiesto o si preferirà, in caso di eccedenza rispetto alle possibilità, formare prioritariamente docenti che raggiungano il livello B2, considerato per ora il livello base indispensabile?
  • A chi spetterà il rilascio delle certificazioni linguistiche finali (B2? C1?) aventi valore di legge e chi ne sosterrà i costi? Fermo restando il quadro, aggiornato di recente (vedi la nota MIUR n. 787 del 22/07/2015) dei soggetti che possono rilasciare tali certificazioni, si può ipotizzare che siano i docenti, magari avvalendosi della card digitale di cui alla legge 107/2015, a sostenere autonomamente tali esami, tuttavia ci si augura arrivino presto dal MIUR precisazioni in merito.
  • Che fare con i docenti con contratto a tempo determinato o con quelli in servizio presso le scuole paritarie? E con chi insegna in un istituto professionale, magari in attesa di mobilità?
  • Sono in fase di svolgimento o di prossima attivazione i corsi metodologico-didattico di perfezionamento, già assegnati ai soggetti erogatori. L’articolazione di tali corsi prevede il completamento di 20 CFU (ogni CFU corrisponde a 25 ore), in pratica la terza parte di un master, suddivisi in attività formative di base, caratterizzanti e in altre attività (tirocinio, valutazione finale). Ne verranno finanziati altri a breve?

Lorella Zauli

 

GLOSSARIO DEGLI ACRONIMI

CLIL: Content and Language Integrated Learning (apprendimento integrato di lingua e contenuto). In estrema sintesi  si tratta di un approccio metodologico/didattico che consente di insegnare una disciplina non linguistica (no italiano, latino, greco, lingue straniere) in una lingua straniera veicolare, integrando competenze linguistico/comunicative e contenuti disciplinari.

DNL: Disciplina non linguistica

QCER: Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue (in inglese CEFR, ossia Common European Framework of Reference for Languages)

LS: lingua straniera

 

I LIVELLI DI COMPETENZA

In Europa sono utilizzati come parametri per la valutazione delle conoscenze linguistiche sei livelli di competenza (A1, A2, B1, B2, C1, C2, più i tre intermedi  A2+, B1+, C1+), ripartiti in tre ampie fasce di competenza (base, autonomia, padronanza).

A: BASE

A1: livello base

A2: livello elementare

B: AUTONOMIA

B1: livello intermedio o di soglia

B2: livello intermedio superiore

C: PADRONANZA

C1: livello avanzato o di “efficienza autonoma”

C2: livello di padronanza

 

NORMATIVA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO

DPR 15 marzo 2010 n. 89 (Regolamento dei Licei): l’art. 10, c. 5 stabilisce che “nel quinto anno è impartito l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato” e comunque senza oneri per la finanza pubblica. Nei licei linguistici tale insegnamento è previsto a partire dal primo anno del secondo biennio; nel secondo anno del secondo biennio, in aggiunta alla lingua precedente, è previsto l’insegnamento di una seconda DNL in una diversa lingua straniera.

DPR 15 marzo 2010 n. 88 (Regolamento degli Istituti tecnici): l’art. 8, c. 2b, introduce “l’insegnamento, in lingua inglese, di una disciplina non linguistica compresa nell’area di indirizzo del quinto anno, da attivare in ogni caso nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente”.

Decreto Miur 30 settembre 2011: definisce “criteri e modalità per lo svolgimento dei corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina, non linguistica, in lingua straniera nelle scuole, ai sensi dell’articolo 14 del decreto 10 settembre 2010, n. 249”.

Decreto Miur 16 aprile 2012 n. 6: “definisce gli aspetti caratterizzanti dei corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera secondo la metodologia CLIL, rivolti ai docenti in servizio nei licei e negli istituti tecnici”. Esso considera “prioritario l’accesso ai corsi di docenti di Liceo Linguistico e dei docenti in servizio presso istituzioni scolastiche ove sono attivati percorsi di Liceo Linguistico” e descrive il profilo del docente CLIL in relazione agli ambiti linguistico, disciplinare e metodologico-didattico.

DM 11 ottobre 2013 n. 821: (ex 440) definisce criteri e parametri per l’assegnazione diretta, fra l’altro, dei finanziamenti per la formazione del personale della scuola, ivi compresa la formazione di circa 18000 docenti, rivolta a consentire l’avvio degli insegnamenti in modalità CLIL (art. 3).

Decreto Direttoriale 20 novembre 2013 n. 89: definisce le specifiche della formazione dei 18000 docenti di cui al DM 821/2013, prevedendo l’avvio di corsi linguistici (standard e di integrazione) e metodologico-didattici.

DM 21 maggio 2014 n. 351: (ex 440) definisce criteri e parametri per l’assegnazione diretta, fra l’altro, dei finanziamenti per la formazione del personale della scuola, ivi compresa la formazione del personale docente, rivolta a consentire l’avvio degli insegnamenti in modalità CLIL (art. 5).

Decreto Direttoriale 1 dicembre 2014 n. 956 e nota DGPER 1 dicembre 2014 prot. n. 17849: definiscono le specifiche della formazione dei docenti di cui al DM 351/2014, prevedendo l’avvio di corsi metodologico-didattici per l’insegnamento di discipline non linguistiche in modalità CLIL.

Nota Miur 25 luglio 2014 prot. n. 4969: offre un quadro riassuntivo della normativa e fornisce suggerimenti sulle modalità di attuazione e indicazioni operative nella fase transitoria degli ordinamenti; in essa, fra l’altro, si adatta l’obiettivo di avere docenti con una preparazione corrispondente al livello C1  QCER e si fa riferimento anche all’utilizzo di docenti impegnati in percorsi di formazione per raggiungere il livello B2; si suggerisce inoltre “l’attivazione in classe quinta preferibilmente del 50% del monte ore della DNL veicolata in lingua straniera”.

DM 16 giugno 2015 n. 435: (ex 440) definisce criteri e parametri per l’assegnazione diretta, fra l’altro, dei finanziamenti per la formazione del personale della scuola, ivi compresa la formazione dei docenti, rivolta a consentire l’avvio degli insegnamenti in modalità CLIL (art. 23).

Nota MIUR 22 luglio 2015 prot. n. 787: fornisce l’elenco aggiornato degli Enti certificatori delle competenze in lingua straniera del personale scolastico.

Decreto Direttoriale 5 agosto 2015 n. 864: definisce le specifiche della formazione dei docenti di cui al DM 435/2015, prevedendo l’avvio di corsi linguistici, standard e brevi.