Una sintesi del seminario

A cura di Guglielmo Rispoli

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L'appuntamento autunnale

Quest'anno l’appuntamento autunnale della Tecnodid si colloca nel bel mezzo del concorso bandito per l'assunzione di oltre duemila dirigenti scolastici.

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Alla tradizione riflessione alta sulle tematiche più importanti della scuola italiana nell'ambito delle competenze dei tanti esperti della Tecnodid, si colloca, così, la vicenda partita il 23 luglio con la prova preselettiva e che sta continuando con la prova scritta e fino al completamento - lo speriamo tutti - del concorso per l’assunzione di nuovi dirigenti. Il tutto in tempi tali da consentire che ogni istituto scolastico abbia, come voluto dall’Amministrazione e fin dal 1.9.2019, il suo dirigente scolastico.

Scanno (l'Aquila)

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La cornice di Scanno, paesino in provincia dell’Aquila, ospita così, in modo genuino e confortante, partecipanti ed esperti convenuti da molte regioni d’Italia, Il titolo del seminario nazionale è:

«Verso la rendicontazione sociale, la scuola del cambiamento tra innovazione e continuità».

Sulle ragioni dell’iniziativa e sulla tematica generale Mariella Spinosi apre il convegno presentando il percorso complessivo e le varie sessioni. L’ispettrice Spinosi, sottolineando il ruolo che avrà la rendicontazione sociale nel prossimo futuro, articola la sua analisi presentando dati sulla Scuola Italiana negli ultimi 20 anni, soffermandosi, in particolare, su un dato positivo: la diminuzione del numero di abbandoni scolastici in tutta Italia con risultati molto incoraggianti per il Sud.

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La prof.ssa Spinosi afferma che questo è un ottimo punto di partenza proprio in considerazione di un bilancio sociale e della conseguente rendicontazione che ogni regione, provincia e singolo istituto potrebbero fare sin dal prossimo anno scolastico con scadenza triennale grazie alla modifica dell’impianto del PTOF. Perciò il miglioramento è una prospettiva che agevola il cambiamento in atto nelle scuole e pone le basi per un rapporto dinamico tra RAV-PdM e nuovo Ptof triennale aprendo alla prospettiva di una rendicontazione di qualità in merito ai risultati.

Il nostro sistema scolastico: a che punto siamo?

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A Scanno è intervenuta la dott.ssa Lucrezia Stellacci, già Capo di Dipartimento al Miur con la nota qualità comunicativa e la grande esperienza maturata nel mondo della scuola fino ai più alti incarichi ricoperti all’interno dell’Amministrazione. La dott.ssa Stellacci ha presentato un’analisi sistemica della Scuola nel nostro paese, facendo leva su quanto avvenuto in termini di continuità e discontinuità. In tale analisi ha fatto riferimento particolare ai punti di debolezza inerenti la dispersione scolastica nel secondo ciclo dell’Istruzione. Estremamente interessante il confronto comparativo con gli altri paesi dell’Unione Europea da cui si desume anche il rapporto tra dispersione ed occupazione giovanile nella fascia 16-29 anni. Spicca il basso livello di disoccupazione della Germania (7%) a fronte di una media europea del 22% e di quello italiano che è collocato al 37,9%. Ha evidenziato l'eccesso di intervento legislativo (riformistico) degli ultimi 20 anni che non ha portato, in conclusione, grandi variazioni nei risultati in termini di apprendimento. Infatti, l'ex Capo di Dipartimento Miur evidenzia la perdita di senso che progressivamente si sta realizzando rispetto alla funzione propria dell'insegnamento e del fare scuola a causa dell'eccesso di burocratizzazione di troppe procedure che rischiano di demotivare sempre più i docenti e di mantenere i dirigenti chiusi nei propri uffici preoccupati dei vari adempimenti e scadenze. A fronte di questo processo, pur preoccupante, emergono elementi positivi: l'avvio di un graduale processo di autovalutazione con una progressiva crescita della Cultura della Valutazione e delle competenze in termini di autovalutazione. Analogamente si fa riferimento alla formazione iniziale del docente in cui è apparso il termine di portfolio successivamente acquisito anche nella pratica autovalutativa del d.s.

Ha fatto seguito la lezione magistrale del dott. Sergio Auriemma che, in questa occasione, ha svolto un percorso articolato su «Trasparenza e nuovo regolamento sulla privacy».

Il nuovo regolamento Europeo in materia di protezione dei dati personali (regolamento 2016/679) ha abrogato la Direttiva 95/46/Ce, sulla base della quale è stato adottato il vigente Codice Privacy (D.Lgs. n.196/2003). Il regolamento è applicato in tutti gli Stati dell’Unione Europea a partire dal 25 maggio 2018. Il dott. Auriemma evidenzia come l'oggetto del regolamento sia proprio la “tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati” ed ha come obiettivo la creazione di un unico mercato digitale tra i vari Stati dell’Unione. Questo non può che entrare nel novero delle azioni della Scuola in tema di protezione, tutela ed attenzione a quanto è possibile utilizzare e quanto non si possa né si debba utilizzare in merito a informazioni su personale, utenti, minori. Come sempre il dott. Auriemma ha risposto, con grossa attenzione alla specificità della scuola, alle richieste di integrazione e chiarimento da parte dei partecipanti soffermandosi (nel quadro delle principali novità per la PA previste dal General Data Protection Regulation) su: Obblighi di trasparenza, Adesione ai codici di condotta o a meccanismi di certificazione, Sanzioni amministrative.

Gli scenari futuri

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La seconda giornata si è aperta con una chiara e competente presentazione svolta dalla dirigente scolastica prof.ssa Maria Teresa Stancarone che da mesi lavora presso la Direzione dell'Ufficio IX del Miur (Ordinamenti scolastici e Valutazione del sistema nazionale di istruzione). Con molta precisione e grande risalto la d.s. Stancarone - alla presenza dell'ex Ministro Profumo e della dott.ssa Stellacci - ha mostrato, quasi in anteprima nazionale, la nuova piattaforma del Miur per la redazione del Piano Triennale dell'offerta formativa 2019-2022 da parte delle Istituzioni scolastiche del nostro paese. Il tutto è avvenuto con grande risalto delle varie parti della struttura combinando quanto concerne alla scuola in termini di procedura e quanto riguarda la dovuta riflessione affinché si realizzi un rapporto dinamico tra Rapporto di Autovalutazione (RAV), interlacciato a tale struttura, Piano di Miglioramento (PdM), previsto nella piattaforma e Ptof 2019-2022. La prof.ssa Stancarone evidenzia come il lavoro sia avvenuto pensando alla struttura di lavoro già esistente nelle scuole, collaboratori del D.S., Nucleo interno di Valutazione e Funzioni strumentali all'Offerta Formativa. Viene anche richiamato il valore dell'Atto di Indirizzo del D.S. rapportato alla specificità del contesto in cui si opera.

Tutto quanto è oggi a disposizione dei lettori della Tecnodid grazie all'uscita del volume «Una guida per il PTOF» realizzato proprio da Maria Teresa Stancarone.

Ha fatto seguito la dirigente scolastica Antonia Carlini che presenta una relazione su uno studio di caso inerente le scuole innovative. L'approccio è quello di collegare tale situazione emergente nel nostro sistema scolastico (e non da oggi) al contributo dato in tema di evoluzione della didattica e di costruzione di modelli organizzativi efficaci connessi anche con i vari processi presenti nella struttura del RAV, ivi compresi gli ambienti di apprendimento e l'innovazione tecnologica. Tale presentazione è avvenuto con costante riferimento alle note metodologie (anche presentate con apposita pubblicazione da parte della Carlini) sulla soluzione di casi in ambito scolastico.

L'ex Ministro Francesco Profumo a Scanno

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La seconda giornata è stata caratterizzata dalla presenza e dall'intervento dell'ex Ministro Prof. Francesco Profumo che centra la propria argomentazione su «Innovazione nella scuola per lo sviluppo e la coesione sociale». Con la semplicità e l'efficacia che lo caratterizza, il prof. Profumo si è rivolto alla platea partendo proprio dal ruolo del Dirigente Scolastico nella scuola dell'Autonomia così come era stata definita dal DPR 275/1999. Profumo mette in risalto come quel DPR è tutt'ora valido proprio perché, inserito nel cap. VI della Costituzione, resta un punto saldo intorno a cui elaborare, costruire, realizzare concretamente le condizioni dell'Autonomia. Il d.s è il regista dell'elaborazione e della realizzazione di un processo che non può che vederlo alla guida con una dimensione autorevole e mai autoritaria. Evidenzia che tutto il disposto dal 2012-13 (epoca del suo mandato) va in questa direzione, conferendo al dirigente responsabilità ma anche potenzialità. Il dirigente esprime la propria umanità, passione, personalità prima che professionalità perché deve essere assolutamente capace di entusiasmare, motivare, coordinare in una dimensione sicuramente serena ma anche esemplare sotto il profilo della comunicazione e della socializzazione. Riconosce, partendo dall'analisi della dott.ssa Stellacci, che occorre semplificare e snellire tutto l'apparato burocratico, proprio per potenziare quei processi di costruzione di senso che, a volte, si perdono anche nelle scuole che lavorano in modo più veloce nel dare rilievo ai risultati con una progettazione di qualità, così come sono già capaci di rendicontare bene nei confronti dell'utenza. Attribuisce al suo mandato ed al suo team di collaboratori l'aver voluto ridefinire il quadro delle Indicazioni Nazionali del 2007 portando l'Italia ad avere, per le scuole del 1° ciclo, un forte documento di qualità sociopedagogica e didattica (le Indicazioni Nazionali 2012), punto di partenza di tutto il sistema di valutazione a cui ha concorso quell'azione con l'emanazione del Regolamento sul sistema nazionale della Valutazione (DPR 80/2013).

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L'ex ministro, molto ascoltato da tutti, articola la sua riflessione intorno ad alcuni aspetti della scuola contemporanea che vanno tenuti in considerazione, difendendosi anche dalle onde non sempre formative della modernità. In particolare evidenzia come la comunicazione sia un pilastro della buona qualità del rapporto interno/esterno, richiamando l'essenzialità e la capacità di comprensione, così come l'immediatezza, per poter essere ascoltati e capiti da tutti. In ciò - stigmatizza il ministro - rifuggendo da tecniche di eccesso di comunicazione che investono non solo i social ma anche i media tradizionali ed il cui risultato, spesso, è quello di confondere piuttosto che fondere, unire, armonizzare.

La scuola come comunità scolastica impegnata nella formazione deve essere moderna nelle dimensioni didattiche dell'apprendimento che consentono a tutti i ragazzi di poter conoscere il percorso formativo e predisporsi all'impegno, alla fatica, agli inevitabili insuccessi per costruirsi le competenze, per conoscersi, imparare e continuare, oltre la scuola, a compiere scelte ed azioni positive e di realizzazione del sé.

Al termine della mattinata si sono svolti due laboratori che hanno affrontato due elementi connessi con la professionalità del d.s. nella scuola di oggi.

Workshop "Innovazione digitale". Il dirigente scolastico Domenico Ciccone ha presentato tutta la dimensione normativa e di organizzazione ed innovazione legata al Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) che pone, specie nella scuola secondaria, le condizioni per costruire una didattica dell'incontro efficace tra cultura ed apprendimento, così come la giusta valorizzazione del lavoro in team su cui imparare a confrontarsi fin dalla scuola, secondo un modello meno presente in Italia rispetto al resto dell'Europa, soprattutto riferendosi al modello inglese, anglosassone e tedesco.

Workshop "Ambienti di apprendimento" - Guglielmo Rispoli, (psicopedagogista, d.s. e collaboratore da anni della Tecnodid) argomenta la sua tesi di valorizzazione della regìa del d.s. nella prospettiva disegnata anche dal ministro Profumo. La costruzione di efficaci ambienti di apprendimento è un fattore presente nelle dimensioni di processo del RAV. Il ds ed il suo team devono porre attenzione ai macroprocessi come elementi di rapporto tra il disposto normativo, i fattori sociali positivi, il modello organizzativo della scuola e le dimensioni di sviluppo di bambini e ragazzi che vanno valorizzati in un contesto che favorisca al massimo l'apprendimento cooperativo. Sulla base della sua esperienza di formatore e pedagogista nel primo ciclo, Rispoli ribadisce il bisogno di costante autoanalisi del docente anche con riferimento a quel bilancio delle competenze (in questo caso relazionali) che il docente dovrebbe mettere in atto proprio per aiutare soprattutto con l'organizzazione efficace l'autoapprendimento, il problem solving, l'autovalutazione. Si tratta di coniugare, in parallelo e concretamente, le azioni organizzative e didattiche connesse sia con "l'imparare ad imparare" che con "lo spirito di iniziativa ed intraprendenza" (competenze europee per gli istituti formativi dell'U.E.).

Scenari, prospettive e rendicontazione sociale

Il pomeriggio è iniziato con una bella presentazione svolta dal coordinatore del servizio ispettivo, prof. Ettore Acerra. La tematica affrontata è quella dell’Esame di Stato del secondo ciclo nel quadro delineato dal D.Lgs 62/2017. L'ispettore ha messo in rilievo sia l'oggetto che la natura della Valutazione connessa con la prova finale del percorso formativo della scuola italiana. Ha fatto rilevare come il decreto ha migliorato l'approccio alla valutazione dello studente in termini di personalità dello studente che entra in contatto con la conoscenza e con l'esperienza apportando costantemente, nel corso degli anni, un attento ed intenzionale contributo alla progressione delle competenze personali. Si delinea un contesto diverso in cui l'orientamento alle scelte successive (ivi compreso il percorso universitario) è preparato per tempo. In questo quadro è mutato, anche sotto il profilo strettamente tecnico e numerico, il modo in cui la valutazione in centesimi verrà a costruirsi e determinarsi proprio in funzione nel maggior contributo delle esperienze maturate dal singolo studente anche nell'ambito extrascolastico.

Nella dimensione della modernità e della creazione di una scuola-comunità sempre più efficace e trasparente, l'ispettrice Paola Di Natale (Dirigente Tecnica presso l'USR Campania) interviene con una relazione intitolata «La rendicontazione sociale: il ruolo aggiunto della scuola». La prof.ssa Di Natale fa un breve excursus sulla normativa connessa con la trasparenza e l'efficacia della P.A. quali elementi e fattori di qualità dei servizi erogati nei confronti dell'utenza. In tale dimensione la scuola - intesa come luogo principale in cui lo Stato organizza il servizio formativo - non può che essere attenta a documentare quanto più possibile il percorso progettuale e di realizzazione organizzativa e didattica. La scuola non è l'unico settore dello Stato a dover migliorare la propria trasparenza, semplicità ed efficacia comunicativa. La prof.ssa Di Natale fa rilevare come la scuola ha il valore aggiunto dell'essere un servizio complesso sotto il profilo della dimensione sociale poiché la realizzazione della sua mission istituzionale avviene nell'accompagnamento del minore a trovare le modalità migliori (imparare ad imparare) per realizzare il successo scolastico da cui, in tanti casi, dipenderà anche il successo nella vita e la piena realizzazione del sé. La rendicontazione sociale della scuola quindi non si limita alla presentazione dei risultati ma è un vero e proprio coinvolgimento (quali attori del processo formativo) dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie che costituiscono, fin dalla nascita, il contesto primo e principale delle relazioni sociali e cognitive che la scuola deve avere il merito di potenziare e sviluppare.

In perfetta linea con tali argomentazioni si svolge, come studio di caso, la presentazione curata dalla dirigente scolastica prof.ssa Rosella Stornaiuolo sul tema «Come rendere conto alle famiglie: trasparenza e condivisione». La prof.ssa Stornaiuolo, che lavora ed ha lavorato molto in scuole difficili sotto il profilo dello sviluppo sociale dell'utenza, chiarisce il concetto di stakeholder e le variabili riferibili al contesto, alle funzioni, ai bisogni. Proprio le diversità esistenti tra enti, associazioni, istituzioni, famiglie, singole persone fanno scaturire un impegno informativo e di rendicontazione notevole per le scuole e per lo stesso dirigente scolastico. Il fulcro dell'azione del team operativo di ciascuna istituzione scolastica è collocato nel miglioramento del rapporto scuola-famiglia. La Stornaiuolo stimola tutti i presenti ad interrogarsi sulle modalità non sempre funzionali di questa comunicazione che, come affermato chiaramente dal ministro Profumo, deve essere curvata sui bisogni e sulla cultura dell'utente destinatario. Lo stesso caso presentato - pur ben fondato sul piano teorico - pone la questione della soluzione cercata e trovata affrontando le difficoltà ben rappresentate da scalini spesso di tipo comunicativo e relazionale. Il caso trattato è relativo al contributo volontario richiesto alle famiglie in assenza di motivazione e probabilmente anche di supporto concreto e/o formale di documentazione e rendicontazione. La partecipazione e la discussione su questo caso è stata assolutamente vivace e pertinente.

Seguono due workshop che riprendono la tematica.

Il primo è uno studio di caso "PTOF" a cura della prof.ssa Rosa Seccia, dirigente scolastica. In questo gruppo viene utilizzata la tecnica del workshop e del work in progress con un'analisi della capacità interattiva dei gruppi nella redazione del Piano dell'offerta formativa e delle facilitazioni o difficoltà nella produzione di parti del PTOF da comunicare al collegio dei docenti. Inoltre, sotto la saggia ed esperta regìa della formatrice e collaboratrice Tecnodid, prof.ssa Seccia, i partecipanti animano la discussione e la conseguente partecipazione rispetto alla qualità della trasparenza rendicontativa fin dalla fase progettuale. Ciò avviene in termini di traguardi di sviluppo ed obiettivi di apprendimento che devono essere condivisi all'interno della scuola (per corsi o per classi parallele) e ben comunicati all'esterno affinché famiglie e ragazzi ben conoscano l'itinerario di lavoro, studio, l'impegno richiesto e la tempistica in progress delle difficoltà da affrontare.

Il secondo è uno studio di caso inerente "la Rendicontazione" a cura della prof. Vittorio Delle Donne, dirigente scolastico che presenta sia la parte normativa connessa con la trasparenza, sia la complessa storia della rendicontazione come forma di comunicazione sociale tra le aziende ed i clienti, le istituzioni ed i cittadini, i fornitori di servizio e gli utenti.

Il prof. Delle Donne pone un caso in maniera problematica. Un Istituto scolastico deve rendicontare alla fine di una annualità ed il dirigente (così come il team), preso da tanti impegni, dimentica sia la procedura che la scadenza. Il dubbio nasce sul come procedere e il relatore, saggiamente, fa due ipotesi: a) lo svolgimento del lavoro solitario del dirigente scolastico che potrebbe essere più veloce ma anche alieno dalla realtà concreta della comunicazione con i gruppi sociali interni ed esterni alla scuola e b) la creazione ad hoc di un gruppo che però necessiterebbe di tempo per ragionare, discutere, sintetizzare e produrre l'importante documento di rendicontazione. In pratica, nella proposizione di questo caos, il relatore fa capire che la questione non si porrebbe se - così come deve essere - la rendicontazione sociale diventasse cultura della scuola e quindi facesse parte dell'esperienza progettuale e di lavoro costante di tutti i principali attori della scuola, a partire dal d.s. e dal suo staff operativo.

Innovazione e lavoro

La terza giornata si presenta intensa e concentrata e pone la questione di come la nostra scuola debba migliorare in termini di efficacia nel rapporto tra il sistema formativo e la realtà della vita sociale dei bambini, ragazzi e giovani verso il lavoro.

L'apertura viene svolta dal Dirigente Tecnico prof. Ettore Acerra. La tematica affrontata è «Nuovi indirizzi di studio dei percorsi di istruzione professionale» L'ispettore presenta i contenuti del decreto interministeriale 92 del 2018 che riprende il disposto del D.lgs. 61/2017. Il Regolamento conseguente non si limita all'aspetto di fondo ma chiarisce innanzitutto i termini della questione con un approccio linguistico che renda più chiari (articolo 2) i termini tecnici dello sviluppo di questo percorso professionale. Il cuore di tale disposizione è negli articoli 3, 4 e 5 che, rispettivamente, presentano i Profili di uscita degli indirizzi con i connessi risultati di apprendimento e, soprattutto (art. 4), la variegata situazione in merito al passaggio al nuovo ordinamento con riferimento agli apprendimenti, alla valutazione dei risultati, alle eventuali carenze di apprendimento ed all'Esame di Stato. L'art. 5 definisce il ruolo strategico del POF Triennale per questi tipi di istituti.

Fa seguito, in questa dimensione connessa con gli istituti professionali, una bella relazione del dirigente scolastico Domenico Ciccone sui temi dell'Alternanza (novità e problemi). Ciccone sottolinea il mandato costituzionale dell'art. 41 per la valorizzazione del rapporto tra sistema formativo e mondo del lavoro ed inquadra - con ampiezza di particolari ed esempi - la dovuta riconnessione dei saperi nella scuola a quanto avviene nella realtà quotidiana italiana, europea e mondiale. Descrive, in pratica, la necessità di un'urgenza di incontro e confronto che potenzi le capacità di lettura dinamica della società oramai in continuo movimento e mutamento. Ciò costituisce un fattore determinante per l'autoanalisi della scuola e degli stessi ragazzi così come per il successo scolastico che sia efficacemente in grado di tradursi in successo nella vita. Infatti Ciccone mette in luce come (col DPR 13 del 2013) l’apprendimento non formale e quello informale vengano esaltati nella costruzione della personalità del cittadino e dello studente. Successivamente ed in forma estremamente concreta, il prof. Ciccone presenta i modelli dell'ASL: stage aziendale, impresa formativa simulata e project work. Inevitabilmente queste esperienze devono prevedere un'importante e rilevante, quanto visibile, collocazione nel nuovo PTOF così come essere oggetto di analisi, condivisione e rendicontazione sociale soprattutto con gli studenti.

Nel quadro dei confronti dei risultati scolastici e dei processi innovativi nell'UE interviene la Dirigente Tecnica prof.ssa Cinthia Buonopane che relaziona sui temi dell'«Innovazione organizzativa: esperienze nazionali ed internazionali». La prof.ssa Buonopane inquadra le questioni di fondo sulla motivazione del personale scolastico con riferimento al rapporto tra Stato, Miur, DS e docenti i quali, evidentemente, sono motori principali di tutto il sistema formativo e, come tali, dovrebbero comprendere appieno la differenza tra sviluppo tecnologico, innovazione didattica con gli ambienti di apprendimento e persistenza della centralità della socializzazione a scuola per una vera cultura della Cittadinanza Attiva. Facendo leva sull'art. 4 dell'Agenda 2030, la prof.ssa Buonopane pone in evidenza la necessità di fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti. La necessità di sviluppare competenze, evitando l'accumulo di conoscenze, richiede la modifica del paradigma dei termini "Didattica" e "Organizzazione". La prof.ssa Buonopane illustra la sua tesi avvalendosi della storia delle esperienze delle scuole dell'infanzia e degli asili nido di Reggio Emilia così come, in conclusione, della cultura organizzativa e didattica della scuola della Germania unificata che ha un'impostazione molto concreta e, di conseguenza, molto efficace. Il tutto - viene chiarito - anche grazie ad un tessuto sociale in cui gli adulti, a differenza dell'Italia, sono ancora modelli di riferimento che non rinunciano al proprio ruolo evitando eccessi di stati emotivi e di ansia o iperprotezione verso i propri figli.

Autovalutazione e Rendicontazione

Si svolge una tavola rotonda "Dall’autovalutazione alla rendicontazione, verso il bilancio sociale: a che punto siamo" che risulta molto stimolante e ben coordinata dall'ispettrice Mariella Spinosi che invita i partecipanti a stigmatizzare la propria opinione secondo vari aspetti assegnati.

Così Nilde Maloni (i feed back del cambiamento) mette in risalto come l'Italia, pur partendo su questo da buoni risultati in merito all'inclusione, debba migliorare i risultati e farne assolutamente debita rendicontazione sia sul piano della relazione dei bambini e ragazzi disabili con i coetanei che come apporto al miglioramento della qualità della vita extrascolastica indotta dalla positiva esperienza sociale in classe.

La dirigente Rosella Stornaiuolo ribadisce l'importanza di un P.E.I. condiviso che riesca a conciliare le azioni di sostegno col percorso curricolare di bambini e ragazzi e determini la necessaria valorizzazione ed il ruolo specifico di ciascun docente che è in classe con i ragazzi. Questo dovrebbe essere meglio evidenziato nel PTOF e ben rendicontato per dare valore aggiunto al ruolo determinante della relazione scolastica a scuola.

Il dirigente pedagogista Guglielmo Rispoli, nell'illustrare la relazione dinamica esistente tra RAV e PdM, si sofferma sulla necessità delle scuole, del DS e del suo staff di tener conto di quanto siano oramai influenti - con un approccio ecologico come da teoria di Bronfenbrenner - le relazioni tra macrosistema e microsistema. Sollecita alla dovuta attenzione alle dimensioni processuali del RAV (non a caso 7 rispetto alle 4 degli esiti) e questo impegnerebbe il Nucleo interno di Valutazione (NIV) e DS ad una nuova competenza: curvare il lavoro sui modelli organizzativi macro e poi micro per incidere sulla qualità dell'intero ambiente scolastico in termini di relazioni tra persone ed ambienti ed autorealizzazione del sé per tutti (operatori e studenti). Tutto ciò allo scopo di dare una grande motivazione di fondo all'impegno, alla gestione della fatica, alla volontà deterministica verso il miglioramento delle performance e delle competenze. In quest'ottica il Portfolio del DS è stata ed è una grande occasione di autoanalisi e riflessione circa la professione del dirigente scolastico.

Il dirigente Vittorio Delle Donne fa riferimento all'importanza di una vision condivisa e sulla capacità del D.S. di fare squadra efficace ed efficiente con il team di riferimento (staff) in una logica di inclusione progressiva del personale della scuola che, ben operando, trasmetta l'idea di una scuola attiva innovativa ed impegnata nel sociale agli stakeholders che risultano spesso essere importanti attori della Comunità scolastica.

La dirigente Rosa Seccia, interrogandosi sul rapporto tra continuità storica e spinta all'innovazione, evidenzia come, a vent'anni quasi dal DPR 275 del 1999, la scuola sia rimasta l'unica Istituzione realmente impegnata nello sviluppo sociale del paese. Riflette su quanto il CCNL Scuola debba essere rivisitato ancora di più per garantire un profilo alto della professione docente in quanto la scuola potrebbe - in una dimensione innovativa - divenire il volano della crescita del paese verso il futuro, considerato l'apporto fortemente innovativo che avevano dato proprio gli articoli 4, 6 ed 8 del DPR 275 del 1999.

La dott.ssa Lucrezia Stellacci conclude la tavola rotonda riprendendo e valorizzando ed ampliando alcuni temi fondanti di questa larga riflessione tra gli esperti. Innanzitutto chiarisce che, con il DPR 80/2013, la scuola ha costruito il RAV ed oggi è già una grande esperienza di rendicontazione sociale. Ribadisce il valore di un autentico bilancio sociale quale analisi nel tempo della produzione formativa come accrescimento della comunità sociale. Sottolinea il bisogno che la RS sia articolata e trasparente in merito a scelte, azioni, servizi, processi, utilizzo delle risorse umane e finanziarie. Stimola al massimo l'impegno delle scuole per dare alla RS un approccio valoriale che diventi patrimonio e fattore positivo di unità e di consenso nel tessuto sociale, proprio per la qualità dei servizi alla persona che la scuola è in grado di fornire, così come fa, mettendosi in gioco attraverso gli operatori ed i tanti professionisti che in essa lavorano.

Il seminario di Scanno continua la propria riflessione concludendosi con due workshop paralleli.

Il dirigente scolastico Guglielmo Rispoli attiva una discussione nel gruppo in merito al ruolo determinante che riveste l'«Atto di Indirizzo», sotto il profilo professionale e procedurale. Rispoli sottolinea la funzione strategica di questo atto per il raccordo tra RAV PdM e PTOF e fa rilevare come, proprio dal RAV e dalle priorità, possa scaturire un primo importante elemento di riflessione circa gli indirizzi che il DS deve dare ai dipendenti, ai docenti ed alla stessa comunità scolastica in merito al miglioramento e in ordine agli esiti ed ai processi. Altro fattore che viene presentato e discusso è il ruolo che l'atto di indirizzo ricopre come processo (e quindi non di mera procedura cartacea) per il coinvolgimento dello staff, del NIV e delle stesse funzioni strumentali prima della discussione in ambito di collegio dei docenti in una dimensione dinamica a spirale dal centro verso la periferia sociale della comunità scolastica. L'atto di indirizzo - precisa Rispoli - è l'elemento di maggiore concretizzazione della regìa richiamata anche dal ministro Profumo in cui il DS, come da normativa, orienta la scuola a partire dal modello organizzativo, passando per le scelte di gestione e di amministrazione e poi dedicandosi alla complessa parte della costruzione di ambienti e percorsi che sollecitino l'azione didattica dei docenti per la redazione del PTOF, il miglioramento degli ambienti di apprendimento e la qualità della comunicazione con l'esterno per un'efficace rendicontazione sociale che sia non solo finale ma anche itinerante nel corso dell'anno scolastico.

La dott.ssa Nilde Maloni propone un caso relativo alle "Responsabilità dirigenziali". Per farlo viene proposto alla discussione del gruppo il danno fisico procurato - in una lite - da un alunno ad altro in un passaggio da un'ora all'altra e con l'assenza di adulti in aula. La consegna del documento del pronto soccorso da parte dei genitori apre un contenzioso che potrebbe risultare dannoso per la scuola e lo stesso d.s. in termini, appunto, di responsabilità. Il focus della discussione verte sull'atteggiamento del ds che deve comprendere qual è veramente il campo della propria responsabilità e quale procedimento istruttorio avviare per gestire il tutto con grande senso della realtà senza soccombere o, peggio, creare ulteriori conflitti formali nella scuola e con la famiglia del ragazzo danneggiato. Per la tipicità del caso la discussione è estremamente positiva ed il supporto della prof.ssa Maloni riesce determinante per attivare processi di riflessione in merito alle procedure ed alle cautele da adottare.

Guglielmo Rispoli

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Arrivederci al prossimo appuntamento a Scanno!