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17/08/2020

Danno e indennizzo da ritardo

Alessia Auriemma

Premessa

L'inerzia della Pubblica Amministrazione, il conseguente danno che il privato subisce a causa del ritardo nella conclusione del procedimento e la risarcibilità del nocumento patito per effetto dell'inosservanza dei termini procedimentali rappresentano un tema di particolare rilievo che ha formato oggetto, in passato, di ampio dibattito giurisprudenziale e dottrinario e che è tornato alla ribalta per effetto di numerosi interventi normativi succedutisi in materia negli ultimi anni.

Il legislatore, consapevole della potenzialità lesiva dell'inerzia, ha infatti rafforzato la tutela dei privati a fronte dei ritardi e delle inefficienze nella conclusione dei procedimenti amministrativi, oltre che attraverso l'ampliamento progressivo del novero degli strumenti di tutela giurisdizionale (es. azione avverso il silenzio-inadempimento dell'Amministrazione; azione collettiva contro l e inefficienze delle Amministrazioni) e la previsione di nuovi meccanismi di tipo amministrativo volti a garantire il rispetto dei termini procedimentali (es. potere sostitutivo ), anche con l'introduzione di due diverse forme di tutela di carattere risarcitorio/ristoratorio attivabili dai cittadini nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni.

Dette forme di tutela vanno individuate, segnatamente, nei due diversi istituti del cd. danno da ritardo e del relativo cd. indennizzo.

Il danno da ritardo procedimentale

- L'illecito

L'introduzione del principio della certezza temporale del procedimento (art. 2 della l. 241/1990) ha reso molto dibattuta, in ambito dottrinario e giurisprudenziale, la complessa e cruciale questione della responsabilità e risarcibilità del danno dovuto a ritardo dell'Amministrazione nell'esercizio delle sue funzioni.

Sin dall'entrata in vigore della norma ci si era interrogati sia sulla possibilità

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