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Nota M.I. 15.06.2020, n. 1041

Piani Educativi Individualizzati e inclusione.

Carissimi,

la conclusione di quest'anno scolastico, così peculiare nell'emergenza che lo ha caratterizzato, mi porta a condividere alcune considerazioni e fare il punto sull'ordinata chiusura delle operazioni di fine anno rispetto ai temi dell'inclusione scolastica.

Ogni strumento progettuale, concernente o meno lo specifico dell'inclusione degli alunni con disabilità, sarà da adattare rispetto alla situazione specifica di settembre e alle Linee guida per la riapertura dell'a.s 2020/21, che aiuteranno le istituzioni scolastiche ad affrontare i diversi scenari possibili a seconda dell'andamento della situazione epidemiologica.

Cionondimeno, in questa settimana si sono tenute le riunioni con i componenti dell'Osservatorio permanente per l'inclusione scolastica, che hanno segnalato come in molti casi - circostanza confermata da numerosissime mail pervenute dalle famiglie, da ogni parte d'Italia - non siano stati ancora completati i Piani Educativi Individualizzati. L'esigenza di "riaprire i PEI", ossia di riunire i Gruppi di Lavoro Operativo per l'inclusione scolastica (GLO), al fine di completare il percorso di progettazione e verifica necessario a poter programmare - per tempo - gli interventi a partire dall'inizio del prossimo anno scolastico, è assolutamente da condividere. L'emergenza Covid-19 ha evidentemente reso difficile riunire, nel secondo quadrimestre, i GLO per l'aggiornamento e la verifica dei PEI, e in tanti casi, pur essendosi sviluppata nelle scuole la modalità di collegamento a distanza anche per le riunioni collegiali, le difficoltà oggettive, dal punto di vista organizzativo, possono averne ostacolato lo svolgimento.

Resta che la revisione dei PEI non è un adempimento amministrativo meramente formale. Se il PEI rappresenta lo strumento principe per l'attuazione dell'inclusione, la sua revisione periodica è essenziale per la verifica del percorso svolto e per fornire all'Amministrazione la necessaria contezza del fabbisogno di risorse professionali tese ad assicurare, per il prossimo anno, gli interventi di sostegno didattico. Ma non solo. Perché non va trascurata, ma anzi tematizzata, la questione della "risocializzazione" scolastica, perché questi mesi hanno avuto, inevitabilmente, un impatto sulle relazioni dei gruppi classe, tanto più delicato quanto più coinvolge un ambiente di apprendimento ove sono presenti effettive fragilità. Ed è anche questa considerazione che mi porta a sottolineare l'esigenza del migliore coinvolgimento delle famiglie. Prima ancora dell'obbligo normativo, che non può essere disatteso, sussiste un obbligo professionale e didattico su tale aspetto.

Sono consapevole della pluralità e della complessità delle procedure di conclusione dell'anno scolastico, ma resta della massima importanza che, laddove non si siano ancora svolte le riunioni dei GLO per la redazione della relazione finale del PEI, si solleciti a portare a termine tali operazioni. La relazione è opportuno che contenga le linee di sviluppo ipotizzate per la stesura del PEI dell'a.s 20/21, che dovrà comunque armonizzarsi e dialogare con gli eventuali piani integrati degli apprendimenti (PIA), previsti dall'OM 11/2020, così che siano garantiti, calibrati e adeguati agli alunni con disabilità.

A tal fine è quindi necessario riunire i GLO, possibilmente entro il 30 giugno, al fine di stendere la relazione finale del PEI, che dovrà motivare e contenere indicazioni in ordine alla richiesta di conferma o modificazione delle ore di sostengo, così come avrebbe dovuto essere a seguito di stesura del PEI "provvisorio" previsto dal Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66 (Decreto inclusione) in ordine alla richiesta di conferma o modificazione delle ore di sostegno (articolo 7, comma 2, lettera g), richiesta che, nelle more dell'attuazione degli strumenti previsti dal Decreto inclusione, tiene conto "delle risorse didattiche, strumentali, strutturali presenti nella scuola, nonché della presenza di altre misure di sostegno".

La stessa attenzione - pur senza la previsione dell'insegnante di sostegno - andrà rivolta a tutti gli alunni con disturbi specifici dell'apprendimento o con altri bisogni educativi speciali in possesso di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che andranno monitorati anche al fine di completare la progettazione educativo-didattica e la verifica degli apprendimenti, nella prospettiva della pianificazione dei tempi di svolgimento delle strategie didattiche e organizzative per il prossimo anno scolastico, sempre in raccordo con gli strumenti didattici previsti dall'OM 11/2020.

Non va dimenticato come il paradigma dell'inclusione è che "le scuole dovrebbero accogliere tutti i bambini indipendentemente dalle loro condizioni fisiche, intellettuali, sociali, emotive, linguistiche o di altro tipo" (framework Dichiarazione di Salamanca 1994); che "l'obiettivo della scuola ... è di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale" attraverso "percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno"; che le comunità educanti devono "saper accettare la sfida che la diversità pone: innanzi tutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate" (Indicazioni nazionali 2012).

Individualizzazione e personalizzazione, strategie didattiche diverse, ma convergenti nell'accompagnare ogni alunno al successo formativo e presenti negli ordinamenti italiani, sotto varie forme, da decenni, non sono di fatto collegate a una "certificazione" o a una pianificazione codificata, ma costituiscono strumenti di diritto allo studio per tutti.

In queste settimane, l'Amministrazione è impegnata a dare piena attuazione al Decreto inclusione. Sono fiducioso che il modello di PEI, gli indicatori per la valutazione della qualità dell'inclusione scolastica e gli altri strumenti previsti dal Decreto inclusione possano presto essere a disposizione delle Istituzioni scolastiche, e che lo siano, visto il coinvolgimento diretto di insegnanti e dirigenti scolastici, in una forma che sia di aiuto concreto alla didattica e offra un'occasione di razionalizzazione dei documenti dell'autonomia scolastica.