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Documento MIUR 02.09.2009, prot. n. 8917

Parere su "Atto di Indirizzo recante i criteri generali per armonizzare gli assetti pedagogici, didattici ed organizzativi della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione".

Adunanza 2 settembre 2009

Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione

Vista la nota n. 0001978 del 16 luglio 2009 (Dipartimento dell'Istruzione ) con la quale è stato richiesto il parere del CNPI in merito all'argomento in oggetto;

Visti gli artt. 24 e 25 del D.L.vo n. 297 del 16.04.1994;

Vista la bozza di parere predisposta dalla Commissione redazionale appositamente costituita per l'esame istruttorio ed incaricata di riferire al Consiglio in ordine all'argomento in oggetto specificato;

Dopo ampio ed approfondito dibattito

ESPRIME

il proprio parere nei seguenti termini:

Sull'impianto del documento

L'atto di indirizzo previsto dall'art. 1, comma 3, del dPR 20 marzo 2009, n. 89, è descritto come lo strumento giuridico-amministrativo che deve individuare i "criteri generali per armonizzare gli assetti pedagogici, didattici ed organizzativi della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione con gli obiettivi del Regolamento concernente la revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione".

Il documento, oggetto del richiesto parere, consegue ad una stesura in progress derivante da momenti interlocutori con l'Amministrazione.

I singoli Comitati orizzontali, opportunamente coinvolti, ne hanno evidenziato "luci e ombre", consentendo di arrivare al parere che segue.

Ad avviso del CNPI lo schema di atto di indirizzo al punto 2, titolato "L'armonizzazione delle "indicazioni" e l'essenzializzazione dei curricoli: un'opportunità progettuale per le scuole dell'autonomia", avvia il percorso tracciato dalla norma originaria di procedere alla "semplificazione" delle Indicazioni per consentire una lettura ed una comprensione alla "koiné scolastica" e alla "pubblica opinione".

Al riguardo si osserva che lo specifico professionale ha un proprio linguaggio che non può, se non si vuole correre il rischio di b

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