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Comunicato Pubblica Istruzione 21.09.2007.

Una scuola di qualità per tutti

1. La consapevolezza del ruolo strategico dell'istruzione per la crescita della persona, per la sua realizzazione e per lo sviluppo civile, democratico ed economico dell'Italia è cresciuta negli ultimi anni. Rafforzare la nostra dotazione di capitale materiale e immateriale è condizione indispensabile per tornare su un sentiero di sviluppo. Il miglioramento della qualità della scuola, valorizzando la funzione e la dignità dell'insegnare, ne costituisce una priorità: può accrescere una mobilità sociale inadeguata, sospingere la produttività che ristagna, consolidare e diffondere il godimento pieno dei diritti di cittadinanza.

2. Per muovere in questa direzione, occorre partire dai progressi che la nostra scuola ha conseguito nel passato e ancora di recente. La Repubblica italiana ha avuto in eredità un paese in cui una quota assai rilevante della popolazione adulta era ancora analfabeta. Anche per le giovani generazioni l'obiettivo della quinta elementare rimaneva in larga misura disatteso. Si trattava di una situazione assai più arretrata di quella dei paesi con cui l'Italia era chiamata a confrontarsi e a competere (Francia, Inghilterra, Germania, per menzionare quelli a noi più vicini). La Costituzione del 1948 fissò in almeno otto anni la durata dell'istruzione gratuita e obbligatoria, traguardo che trovò sanzione legislativa solo nel 1962. Nel decennio successivo si avviò un processo di sviluppo della scolarizzazione secondaria superiore che ha avuto ulteriori progressi ancora in anni recenti: per la popolazione italiana tra 25 e 34 anni la percentuale dei diplomati è oggi pari al 64%, mentre per la fascia di età tra 55 e 64 anni essa è pari solo al 28%.

Dalla fine degli anni '60 alla metà degli anni '90, si è discusso, senza realizzarle, delle riforme necessarie a sostenere questo processo, che comunque è andato avanti con le sue contraddizioni ma anche con i suoi meriti: un cambiamento senza riforme. Nell

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