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Circolare MPI 30.10.1995, n. 20

Applicazione dell'art. 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate). Parere del Consiglio di Stato n. 785/1995.

La circolare n. 90543/7/488, emanata dal Dipartimento della funzione pubblicata in data 26 giugno 1992 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 167 del 17 luglio 1992, ha già fornito i necessari chiarimenti per risolvere talune problematiche derivanti dall'applicazione degli articoli 22 e 33 della legge n. 104/1992 indicata in oggetto.

Tuttavia su particolari aspetti della normativa recata dal predetto art. 33 sono continuate ad insorgere incertezze interpretative tali da rendere necessario da parte di questo Dipartimento il ricorso al Consiglio di Stato per l'acquisizione di un apposito parere, che è stato formulato dalla prima sezione in data 14 giugno 1995 (parere n. 785/1995).

Quanto alla prima problematica sottoposta al parere di cui trattasi, essa riguarda la comulabilità da parte dello stesso lavoratore del beneficio di cui al menzionato art. 33, comma 3 e, in particolare, se a quest'ultimo debbano essere riconosciuti, su una specifica richiesta, più benefici consistenti ciascuno in un permesso mensile di «tre giorni», per assistere più persone handicappate in stato di gravità esistenti nello stesso nucleo familiare.

Su tale problematica il Consiglio di Stato si è espresso in favore di una soluzione affermativa, ritenuta peraltro più aderente al dettato normativo, anche se ha precisato che detto cumulo non potrà essere comunque riconosciuto allorché altre persone possano prestare assistenza o quando lo stesso lavoratore possa, per la natura dell'handicap, sopperire alle necessità assistenziali dei familiari disabili durante il periodo di soli tre giorni mensili.

La seconda problematica verte sull'ammissibilità del cumulo dei benefici spettanti allo stesso lavoratore nella sua duplice qualità di familiare convivente di persona handicappata grave (art. 33, comma 3) e di soggetto e di soggetto portatore di handicap in condizione di gravità (art. 33, comma 6).

Analogamente alle considerazioni già esposte con riferimento alla

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