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Circolare MPI 25.10.1993, n. 302

Educazione alla legalità.

Il contesto storico-sociale nel quale la scuola italiana si trova attualmente ad operare, richiede da parte di tutti gli operatori scolastici una sempre più rigorosa e puntuale attenzione per alcuni aspetti assai preoccupanti delle vicende nazionali, che sembrano registrare una obiettiva diminuzione della consapevolezza del valore della legalità.

Ciò va collegato principalmente alla crisi di valori, alla quale anche il Capo dello Stato ha fatto riferimento in un suo saluto al mondo della scuola, con un'analisi dolorosa, che lo ha indotto a parlare di " delitti atroci in Patria con la morte di persone che avevano posto la loro vita al servizio della comunità, dello Stato, uomini investiti di responsabilità pubblica colpiti dalla legge perché prevaricatori, profittatori, disonesti: esempi desolanti di crisi di valori morali".

Pertanto, la responsabilità, che la scuola si è sempre assunta, di educare i giovani alla società assume oggi aspetti di particolare coinvolgimento e va concretizzata in un rafforzamento dell'educazione alla legalità.

La lotta alla mafia

Un'emergenza speciale della nostra società è certamente costituita dal fenomeno mafioso e dalle altre forme di criminalità organizzata.

Occorre prendere atto della circostanza che la mafia si pone, rispetto al tessuto sociale del Paese, come una comunità che, al suo interno, ha sostituito alle regole del diritto quelle della sopraffazione e della violenza e che tali regole intende proiettare al di fuori di se stessa.

Di fronte ad una situazione del genere, la scuola ha il dovere di promuovere prima una riflessione e poi un'azione volta alla riaffermazione dei valori irrinunciabili della libertà, dei principi insostituibili della legalità.

La scuola, in collaborazione con le altre istituzioni competenti e responsabili, deve pertanto ricercare e valorizzare le occasioni più propizie per avviare un processo di sempre più diffusa educazione alla legalità, co

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