Rapporto Invalsi 2018

Presentato lo scorso 5 luglio al Miur il Rapporto nazionale Prove Invalsi 2018, interessate quest’anno da importanti innovazioni. Permangono differenze tra Nord e Sud del Paese, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado. Notevolmente ridotto il fenomeno del cheating.

Quest’anno  le prove Invalsi sono state caratterizzate da  importanti  novità:

  • la separazione delle prove dall’esame di Stato della terza secondaria di primo  grado,  ma nello stesso tempo l’obbligo per gli alunni di parteciparvi;
  • l’introduzione della prova di Inglese per il grado 5 (quinta primaria) e per il  grado 8 (terza secondaria di primo grado);
  • la realizzazione delle prove al computer nel grado 8 e nel grado10, con correzione centralizzata delle prove stesse;
  • la  restituzione  individuale  dei  risultati  delle  prove  del  grado  8  non  più  con  punteggi, ma per livelli descrittivi delle prestazioni cognitive proprie di ciascun livello.

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Scuola primaria

  • I  livelli medi di risultato al termine della II primaria sono pressoché uguali in tutto  il Paese, ma per alcune regioni del Mezzogiorno (Campania, Calabria, Sicilia e  Sardegna) si osserva una maggiore  frequenza di allievi con risultati molto bassi.
  • Già a partire dal secondo anno della scuola primaria nel Mezzogiorno la scuola  fatica maggiormente a garantire  uguali opportunità a tutti. La differenza dei  risultati  tra le scuole e  tra le classi nel Sud del Paese è molto più accentuata che al  Centro‐nord. Questo indica una tendenza maggiore a formare classi in cui si  concentrano allievi più bravi e più avvantaggiati e classi con  allievi con livelli di  apprendimento meno soddisfacenti o più svantaggiati.
  • Le differenze che si intravedono al termine del secondo anno della primaria  diventano  più evidenti al termine del ciclo primario, soprattutto in termini di  equità del sistema, intesa come capacità della scuola di garantire uguali  opportunità a tutti e a ciascuno.
  • Il  92,4% degli allievi della V primaria raggiunge il prescritto livello A1 del QCER  nella prova di lettura (reading) e il  78,6% di allievi il prescritto livello A1 del QCER  nella prova di ascolto (listening). Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono  l’A1 di  reading sono poco più del 94%, mentre al Sud circa l’88%. Per il  listening,  invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l’83% al Nord e al Centro,  mentre circa il 70% al Sud.

 

Terza secondaria di primo grado

  • A livello nazionale gli studenti che ottengono  risultati adeguati o più elevati sono: Italiano: 65,6%; Matematica: 59,9%; Inglese reading (A2): 73,9%; Inglese listening (A2): 56,1%.
  • Le  differenze regionali diventano molto importanti e alcune regioni del  Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna) vedono oltre il  50%, con punte anche del 60‐65%, d ella popolazione scolastica del grado 8 al di  sotto dei traguardi stabiliti dalle Indicazioni nazionali.

 

Seconda secondaria di secondo grado

  • La  partecipazione degli studenti alle prove INVALSI ha raggi unto il livello più alto  dalla loro introduzione (2011). L’incremento medio è stato +10% e ugualmente  diffuso su tutto il territorio nazionale, ma ancora più elevato nell’istruzione  professionale.
  • Permangono le differenze di risultato degli studenti dei  diversi indirizzi di studio (Licei, Tecnici e Professionali), ma soprattutto nel Nord Est e in Matematica gli  allievi degli Istituti tecnici raggiungo ottimi risultati, paragonabili a quelli dei Licei.
  • Le  differenze regionali e per tipologie di scuola diventano ancora più rilevanti di  quanto si osserva al termine della scuola secondaria di primo g rado (grado 8). Il  problema è particolarmente accentuato in Matematica; in Campania, Calabria,  Sicilia e Sardegna oltre il 75% d egli studenti ottiene risultati più bassi della media  nazionale. In queste regioni gli allievi più in difficoltà (10% più basso della  distribuzione dei risultati) non riesce a raggiungere i risulta ti più bassi degli allievi  delle altre regioni.

 

Tanto  la  diversità  delle  prove  che  la  correzione  automatica  contribuiscono  a  ridurre,  sin  quasi  a  farlo  sparire,  il  cheating,  vale  a  dire  l’adozione  di  comportamenti  opportunistici,  degli  studenti  o  degli  stessi  docenti,  e  a  ottenere  una  maggiore  autenticità  dei  risultati.