Pubblicato il Rapporto Istat sull’Istruzione

L’Istat ha reso noto il report “Livelli di istruzione della popolazione e ritorni occupazionali: i principali indicatori”, con i dati relativi all’anno 2017: percentuale di titoli di studio superiore inferiore alla media europea, donne più istruite degli uomini, nessun miglioramento nel tasso di dispersione scolastica, inversione di tendenza per i livelli occupazionali.

L’Istat stima che nel 2017 in Italia il 60,9% della popolazione di 25-64 anni abbia almeno un titolo di studio secondario superiore; valore distante da quello medio europeo (77,5%). Dal 2008 al 2017 la quota di popolazione con almeno il diploma secondario superiore è in deciso aumento. Più contenuta, rispetto alla media europea, è invece la crescita della quota di popolazione con un titolo terziario.

Il livello di istruzione delle donne risulta più elevato di quello maschile: il 63,0% ha almeno un titolo secondario superiore (contro 58,8% degli uomini) e il 21,5% ha conseguito un titolo di studio terziario (contro 15,8% degli uomini). Inoltre i livelli di istruzione femminili stanno aumentando più velocemente di quelli maschili.

La quota di 18-24enni che hanno abbandonato precocemente gli studi si stima pari al 14,0%; per la prima volta dal 2008 il dato non ha registrato un miglioramento rispetto all’anno precedente. L’abbandono scolastico precoce è molto più rilevante tra gli stranieri rispetto agli italiani (33,1% contro 12,1%). Tuttavia dal 2008 ad oggi, proprio tra gli stranieri si è registrato il miglioramento più consistente. Le differenze territoriali negli abbandoni scolastici precoci sono molto forti – 18,5% nel Mezzogiorno, 10,7% nel Centro, 11,3% nel Nord – e non accennano a ridursi.

La  percentuale di  occupati tra i diplomati e laureati di  20-34 anni che hanno concluso il  ciclo formativo da non più di tre anni è del  55,2%, valore  marcatamente  inferiore  a  quello  medio  Ue (80,2%). Tuttavia nel triennio 2014-2017 si  è  registrata una decisa inversione di tendenza: l’aumento del tasso di  occupazione dei giovani usciti più di recente dagli studi (+ 10,2 punti in tre anni) è più sostenuto  rispetto  a quello medio europeo (+ 4,2) e rispetto a  quanto registrato  nei maggiori Paesi europei. L’accentuazione delle difficoltà d i ingresso nel mercato del lavoro, dovuta alla crisi, è stata  fortissima sia nei diplomati che nei  laureati.

Nonostante  questi  miglioramenti i tassi di  occupazione restano  bassi  e  ancora  di  molto inferiori ai livelli pre-crisi, sia per i diplomati che per i laureati. Restano enormi i  differenziali tra  Nord e  Mezzogiorno: il tasso di occupazione da uno a tre anni dalla laurea è pari al 76,4 % nel Nord e  solo del 43,7 %  nel Mezzogiorno; il rispettivo  tasso da uno a tre anni  dal diploma  è  pari al 65,3% nel Nord e  scende a meno della metà, 30,5%, nel Mezzogiorno.

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