Disegno di legge alla prova SWOT

Un contributo redazionale per mettere in luce con spirito aperto il quadro che si va delineando e che assume le caratteristiche di un “work in progress” cui tutti devono poter collaborare: il DDL scuola in 10 punti chiave, analizzati da più prospettive evidenziandone Punti di forza, Punti di debolezza, Opportunità e Rischi attraverso una griglia SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats).

La nostra casa editrice da molti anni è impegnata nell’informazione “ragionata” sul funzionamento della scuola, quella a legislazione vigente e quella in evoluzione attraverso provvedimenti legislativi e amministrativi. Senza pregiudiziali e senza giudizi di parte, ma con il solo intento di consentire ai suoi numerosi lettori di farsi una idea sui temi più rilevanti e sulle questioni in gioco, segue con attenzione l’attuale vicenda legata alla “Buona Scuola” ed al disegno di legge governativo, per offrire un servizio informativo puntuale e documentato. Vede con preoccupazione l’acuirsi del confronto tra le parti ed auspica una più serena valutazione degli aspetti innovativi e delle potenzialità implicati nei provvedimenti in discussione, unitamente alla consapevolezza dei possibili rischi connessi ad ogni cambiamento. Con questi intenti pubblica un contributo redazionale per mettere in luce con spirito aperto il quadro che si va delineando e che assume le caratteristiche di un “work in progress” cui tutti devono poter collaborare.

Si è provato a scegliere 10 punti chiave del progetto di riforma e ad analizzarli in controluce, da più punti di vista, atraverso uno schema SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats).

Un metodo “critico” per ritrovare insieme il gusto per una riforma della scuola necessariamente da condividere tra molti (per il suo successo nelle aule scolastiche e non solo in quelle parlamentari).

Ognuno dei 10 aspetti prescelti è stato riletto con l’intento di metterne in evidenza i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità ed i rischi, secondo la metodologia SWOT. La lettura può essere sviluppata punto per punto, come nell’esempio sottostante, oppure – tutto d’un fiato – soffermarsi sui punti di forza o su quelli critici, ecc.

 

SWOT

ANALYSIS

Qualità utili al conseguimento degli obiettivi

Qualità dannose al conseguimento degli obiettivi

Elementi interni

Riconosciuti come costitutivi dell'organizzazione da analizzare

Punti di forza

Risorse finanziarie aggiuntive dal 2015 (1 md) e più consistenti dal 2016 (3 md).

Punti di debolezze

Molte risorse finanziarie sono rimandate al 2016 (ad es. i fondi per la formazione dei docenti) e sono ancora da quantificare gli effetti della “spending review”.

Elementi esterni

Riconosciuti  nel contesto dell'organizzazione da analizzare

Opportunità

Si inverte la tendenza al de-finanziamento pubblico della scuola (dell’ordine del – 6/7%), che ha caratterizzato gli ultimi 7 anni.

Rischi

Il richiamo a finanziamenti privati (bonus, sponsor, ecc.) per surrogare quelli pubblici, potrebbe creare iniquità tra le scuole.

 

Punti di forza

Opportunità

Punti di debolezza

Rischi

Risorse finanziarie aggiuntive dal 2015 (1 md) e più consistenti a partire  dal 2016 (3 md).

Si inverte la tendenza al de-finanziamento della scuola, degli ultimi 7 anni.

Molte risorse finanziarie sono rimandate al 2016 (ad es. i fondi per la formazione dei docenti).

Il richiamo a finanziamenti privati per surrogare quelli pubblici, potrebbe creare iniquità tra le scuole.

Stabilizzazione personale precario (circa 100.000 docenti).

Sgombrato il campo dal precariato si può costruire un sistema stabile di selezione dei docenti basato sul merito (concorsi pubblici).

La priorità per i docenti delle graduatorie ad esaurimento crea svantaggi per altri gruppi di precari e per i giovani laureati.

Rimane una quota fisiologica di “supplenze” che finirebbe per riprodurre nuove aree di precariato.

Organico funzionale di istituto (con posti aggiuntivi).

L’organico funzionale consente di potenziare l’offerta formativa, sulla base delle scelte di ogni scuola.

Non è previsto un organico funzionale di rete per interventi compensativi e progettuali. La mancanza potrebbe far aumentare la competizione tra scuole.

Il fabbisogno prioritario delle supplenze brevi potrebbe assorbire la dotazione funzionale di ogni scuola.

Formazione obbligatoria dei docenti.

Con il voucher-formazione si riconosce specificità culturale ed autonomia professionale dei docenti

I fondi ad personam per i docenti sono superiori di 10 volte i fondi per le istituzioni che organizzano formazione

Il voucher per ogni docente potrebbe non essere utilizzato per una didattica migliore.

Ruolo strategico del dirigente scolastico.

Si riconosce al dirigente ruolo di impulso e unitarietà, per uscire dalla paralisi e dai veti. Gli si chiede attenzione ai processi organizzativi e didattici.

La “scelta” degli insegnanti (da un Albo territoriale) affidata ai DS sembra aprire spazi troppo discrezionali e incerti per l’autonomia e la stabilità dei docenti.

Un ruolo di indirizzo strategico del DS, non temperato dalla partecipazione delle diverse componenti, può ridurre la dimensione collaborativa/ comunitaria tipica dell’istituzione scolastica.

Innovazioni curricolari e maggiore flessibilità.

Si recuperano saperi disinteressati (musica, arte, ed. fisica) e innovazione (digitale, lingue, ecc.).

Manca un quadro unitario di re-interpretazione di Indicazioni e Linee Guida, verso un core curriculum

Le effettive competenze e le modalità di utilizzo degli specialisti appaiono ancora vaghe.

Semplificazione normativa (un nuovo Testo Unico).

Si profila un quadro legislativo ordina- mentale più coerente e chiaro.

Non si affronta il problema del raccordo con la legislazione “recessiva” frutto dell’art. 64 della legge 133/2008.

La normativa di dettaglio tende comunque ad ingessare la vita della scuola.

Riconoscere meriti ed impegni degli insegnanti

Si apre la questione “merito” creando un sistema di incentivi e riconoscimenti.

La distribuzione di incentivi ai docenti lasciata al solo dirigente può mettere  in crisi l’idea di comunità professionale (per cui andrebbero premiate imprese di squadra)

Gli incentivi sono temporanei, i criteri sono piuttosto vaghi, non emerge l’idea di una vera e propria “carriera”, basata sul riconoscimento di crediti.

Articolazione di funzioni professionali

 

Il rilancio dell’autonomia implica nuovi assetti di governance interna e la presenza di figure intermedie

Si citano sono i collaboratori che “coadiuvano” il DS ed il tutor dei docenti neo-assunti.

Non emerge una esplicita declaratoria delle nuove funzioni  di sistema o di ruoli intermedi.

Rapporti più intensi con il mondo esterno (imprese, territorio)

Una scuola che si apre al territorio aumenta la sua credibilità e accountability

Sembra indebolirsi il valore formativo della scuola, se si proietta alla ricerca di consenso sociale.

Un rapporto diretto con i bisogni del sistema produttivo potrebbe accentuare  una visione funzionalista di scuola

 

Ciascuno può soppesare vantaggi e svantaggi dell’attuale disegno di legge del Governo. Il dibattito sulla scuola si è ampliato (anche per effetto della proposta “La Buona Scuola”). Oggi c’è una agenda parlamentare aperta, con punti di discussione e di possibile sviluppo per la scuola italiana. Alcune soluzioni appaiono ancora fragili ed inadeguate, altre devono essere affinate sul piano giuridico e gestionale. Occorre chiarire con più forza il “verso” che si intende imprimere al nostro sistema educativo (non basta il vessillo dell’autonomia da potenziare). Ma i lavori sono ancora in corso, in Parlamento; la conflittualità del momento non può offuscare il bisogno di innovazione e di qualificazione del nostro sistema educativo, per migliorarne il funzionamento organizzativo e didattico, elevare gli apprendimenti e i risultati dei ragazzi e attribuire il giusto riconoscimento (non solo sociale) all’impegno dei docenti.