Uno sguardo all’istruzione: OCSE 2014

Le difficoltà cui fanno fronte i giovani italiani per trovare un lavoro rischiano di compromettere gli investimenti nell’istruzione: è quanto emerge dai dati relativi all’Italia contenuti nel rapporto OCSE “Education at a Glance 2014”. Negli ultimi anni il livello d’istruzione è complessivamente aumentato, ma resta comunque inferiore a quello della maggior parte degli altri Paesi coinvolti nella rilevazione.

Il rapporto dell’OCSE intitolato “Education at a Glance: OECD Indicators” è una fonte autorevole d’informazioni accurate e pertinenti sullo stato dell’istruzione nel mondo. Il rapporto presenta dati sulla struttura, le finanze e i risultati dei sistemi d’istruzione di 34 Paesi membri dell’OCSE e di un certo numero di Paesi G20 e partner dell’OCSE.

I dati relativi al nostro Paese evidenziano che la percentuale dei 15-29enni senza attività lavorativa e che sono usciti dal sistema d’istruzione o non sono iscritti a corsi di formazione (i cosiddetti NEET – Neither employed nor in education or training) è aumentata di oltre 5 punti percentuali tra il 2008 e il 2012, dal 19,2% al 24,6%.

Con le sempre maggiori difficoltà incontrate nella ricerca di un lavoro, la motivazione dei giovani italiani nei confronti dell’l’istruzione è diminuita. I tassi d’iscrizione all’università in Italia hanno segnato una fase di ristagno o sono diminuiti negli anni più recenti e il numero di studenti che abbandonano precocemente gli studi ha smesso di diminuire dopo il 2010.

Tra il 2000 e il 2012, l’Italia ha registrato aumenti significativi del livello d’istruzione, specie per le donne. Nonostante questi trend positivi, però, i giovani italiani hanno livelli d’istruzione inferiori ai loro coetanei della maggior parte degli altri Paesi.

Ancora, la spesa pubblica per l’istruzione è diminuita, in parte compensata da finanziamenti privati. Tale riduzione di spesa ha comportato un aumento del numero medio di studenti per docente, che si è avvicinato alla media OCSE.

Leggi il rapporto completo sull’Italia.

 

Secondo il Ministro Giannini “Il Rapporto del governo ‘La buona scuola’ offre risposte concrete ai dati diffusi oggi dall’Ocse. [...] Questo governo ha deciso di invertire la rotta, mettendo la scuola, #labuonascuola, al centro della sua azione. Il rafforzamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e l’arricchimento delle competenze dei nostri ragazzi sono la nostra priorità”.
Quanto agli insegnanti, “l’Ocse sottolinea come proprio la mancanza di assunzioni in numero sufficiente in passato si sia tradotta in un invecchiamento del corpo docente. Il nostro piano - conclude Giannini - abolisce il precariato, immette nella scuola insegnanti che hanno in media 40 anni e apre le porte ai giovani neo abilitati con assunzioni per concorso. Questa è la nostra risposta”.